Il giorno in cui “90° minuto” andò in onda la prima volta senza Paolo Valenti, Marcello Giannini si ritrovò nello studio della Rai a prendere il posto del compagno di anni indimenticabili. Alla fine disse: “Paolo era un professionista serio ed impeccabile. Adesso che non c’è più posso svelarlo: era tifoso della Fiorentina”. Nessuno l’aveva capito prima, impossibile decifrarne le simpatie calcistiche. Quel giornalismo, quello degli anni 70 e 80, professionale al massimo, lontano anni luce dalle polemiche velenose dei nostri tempi, era l’unica fonte diretta per gli italiani per godersi le immagini dei gol di serie A. Marcello Giannini, Tonino Carino, Luigi Necco, Gianni Vasino, Giampiero Galeazzi: tutti volti entrati nel cuore degli italiani grazie a “90° minuto”.
L’ALLUVIONE — Marcello Giannini è morto oggi, 2 maggio 2014, nella sua Firenze, dove era nato il 5 maggio 1927. Avrebbe compiuto 87 anni fra 3 giorni. E’ morto il giorno prima della finale di Coppa Italia della sua Fiorentina. Giannini era un giornalista che s’era distinto non solo per i servizi di sport: fu lui a raccontare l’alluvione di Firenze del 1966.
LA CARRIERA — Laureato in sociologia della comunicazione, con tesi di ricerca dal titolo “Strategia del consenso nella informazione sportiva”, era professionista dal gennaio 1956. In Rai da 1950 come collaboratore, nel 1969 raccontò passo passo la volata viola verso lo scudetto. Pubblicò “Il calcio dalla A alla Z” con Giancarlo Antognoni, e “Arbitrare è bello”, con l’arbitro Alberto Michelotti. Nel febbraio 2010 uscì “Diversa e migliore”, uno sviluppo narrativo di una ricerca sociologica sulla condizione della donna.
TRASECOLO — Per capire chi era Giannini basta andare a leggere un breve passo di un articolo scritto due anni fa per un giornale locale, in cui criticava un certo modo di fare giornalismo ai tempi d’oggi: “Leggo stamani e trasecolo: un collega si premura di scrivere che Bergonzi, l’arbitro di Fiorentina-Juventus, pur avendo diretto quest’anno sempre vittorie della Juve è contestato dai bianconeri perché da quarto uomo ha fatto espellere Conte… Questo tipo di pressione su una partita di calcio, una volta chiamato derby tra Appennino e Alpi e quasi sempre a rischio per la rivalità arcinota tra Juve e Fiorentina, mi fa paura. Tutti remano a favore del rischio. Il calcio è davvero malato”.
Fonte: gazzetta.it
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