Dall’Irlanda a Milano, l’azzurro è il filo che unisce. Azzurro, come quello dell’Under 21, con il quale ha giocato ieri sera nella sfida vinta contro l’Irlanda del Nord. Quello della Nazionale maggiore, che inizia a materializzarsi sotto forma di sms. Appena sbarcato in Italia. Un serata che difficilmente Jacopo Dezi dimenticherà. Centrocampista, classe ’92, il decollo nelle giovanili del Napoli, un altro azzurro. E poi l’Irlanda. Una trasferta come tante altre. Un volo che però porta con sé un retrogusto dolce, dolcissimo: quello della convocazione per lo stage con la Nazionale italiana, a Coverciano. “Appena atterrato accendo il telefonino – racconta un emozionatissimo Jacopo Dezi a GianlucaDiMarzio.com – e ricevo subito la chiamata di Diego Nappi, il mio procuratore, che mi preannuncia una bella notizia in arrivo. Nel frattempo, tra i tanti messaggi leggo quello del vice presidente del Crotone Gualtieri, che mi avvisa che da Madrid gli avevano confermato che il giorno seguente (oggi, ndr) sarei stato convocato da Prandelli”. Emozioni uniche, indimenticabili. Come conferma Dezi: “Non ci potevo credere, è stata un’esplosione immensa. Troppo felice. Si dice che le cose più belle siano quelle inaspettate, è stato proprio così. Ho aspettato arrivasse l’ufficialità, poi l’ho comunicato ai miei genitori: volevo condividere con loro questo momento, mi sono sempre stati vicini. Un grande ringraziamento, inoltre, va al Crotone: è anche grazie a loro se ho raggiunto questo. Da mister Drago a mister Di Biagio, è merito un po’ di tutti”. Uno stage, che lunedì prenderà il via. Abituandosi all’azzurro: “Sarò me stesso, come sempre. Cercherò di impegnarmi al massimo, darò tutto quello che ho in corpo per fare le cose al meglio”. Testa all’Italia, ci sarà tempo per brindare alla convocazione: “Non ci ho ancora pensato, non riesco ancora a credere che sia tutto vero. Sicuramente, però, festeggerò insieme ai miei amici di sempre”. Jacopo Dezi, segnatevi questo nome. L’azzurro potrebbe essere un colore ricorrente nel suo futuro.
Fonte: Nino Caracciolo per gianlucadimarzio.com
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