Era partito per Dimaro quasi da separato in casa. Con la voglia di lasciare Napoli e con alcune voci di mercato che lo vedevano protagonista. L’arrivo di Valdifiori – pupillo del nuovo allenatore Sarri – era stato per Jorginho una di colpo di quelli che fai fatica a digerire, eppure: niente mal di pancia. Partita dopo partita il rendimento di Valdifiori è calato e Jorginho ha avuto la sua opportunità. Buona la prima, e da emarginato diventa punto fermo del centrocampo azzurro. Sarri ne ha fatto un punto fermo in mezzo al campo, al punto tale non poterne fare a meno praticamente mai. Niente male come rivincita per un giocatore che era arrivato a Napoli con tante aspettative mai realizzate. Nel centrocampo a 3 di Sarri, però, sembra trovarsi alla perfezione: detta i tempi, si abbassa tra i due centrali difensivi per far partire la manovra e ha imparato anche a recuperare palloni. Una crescita esponenziale che gli è valsa anche l’attenzione di Antonio Conte. E qui la cosa si da interessante, perché alla luce del doppio infortunio di Marchisio e Verratti, il commissario tecnico della Nazionale dovrà giocoforza andare a pescare delle carte a sorpresa. Ecco perché Jorginho a questo punto si candida a tutti gli effetti per una maglia in vista della spedizione azzurra in Francia. Certo, difficile immaginare che possa diventare di colpo il regista titolare dell’Italia, ma un’esperienza così importante potrebbe rappresentare un banco di prova per aumentare la propria consapevolezza a livello internazionale. Buono anche in ottica Napoli, ovviamente. Perché per puntare ad una crescita della squadra è necessario anche che a crescere siano i singoli giocatori. Jorginho, poi, ha dimostrato di saper fare la sua parte in silenzio: senza alzare la voce e pazientando l’arrivo del proprio momento. Dai margini a centro di gravità.
Bruno Majorano
