Il polverone sollevato in questi giorni non accenna a dileguarsi, sembra proprio che nulla riesca a placare quegli animi esagitati che invocano “GIUSTIZIA” e “TRASPARENZA”. Il colpevole o presunto tale, è il CT della Nazionale, Claudio Cesare Prandelli , che intervistato avrebbe espresso il proprio gradimento ad una vittoria finale del Napoli alla corsa scudetto: “A Napoli vige un progetto importante, lo stesso che ho condiviso a Firenze, mi farebbe piacere che potesse concretizzarsi”.
Questo in sintesi il pensiero prandelliano, parole e musica per i tifosi partenopei, non gradite invece dall’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, che per tutta risposta ha portato alla ribalta la questione, telefonando addirittura al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete e manifestando il proprio disappunto per le dichiarazioni ritenendosi ” fortemente dispiaciuto e sorpreso”; sostanzialmente si vieta ad un uomo di esprimere delle opinioni poiché ritenuto “superpartes”. Ciò che fa ulteriormente sorridere,amaramente, i tifosi napoletani e non, è lo schieramento di numerose testate giornalistiche del Nord che iustificano lo sfogo rossonero: “un mettere le mani avanti”, secondo il loro punto di vista,” di un dirigente che cura gli interessi di una società che garantirebbe un finale di stagione scevro da qualsivoglia influenza mediatica”. Addirittura Franco Ordine su “Il Giornale” definisce il lavoro di Galliani necessario visto “il vistoso aiutino dato a Cavani nella rimonta sulla maltrattata Lazio”. Verrebbe voglia di domandarsi : se la storia non fosse andata così? E se le preferenze del CT avessero preso ,magari,la strada del Club di Via Turati? Come avrebbe risposto il buon Galliani a tali complimenti o auspici che dir si voglia; avrebbe mostrato il proprio volto sornione ,espressione a cui tutti siamo abituati quando le cose procedono per il verso giusto, o manifestato apertamente la necessità di essere “NEUTRALI ” E ” TRASPARENTI” come sta manifestando apertamente in queste ore?
Si apre un altro capitolo di questa storia intricata, ma legata sottilmente da un filo comune; la sezione “Favori Arbitrali”: opinionisti,giornalisti,società stanno muovendo mari e monti per incriminare le recenti vittorie in rimonta del Napoli (Parma e Lazio); “Una classifica già scritta” è stata la frase gettonata dal presidente Claudio Lotito – “Con il gol di Brocchi la Lazio sarebbe andata sul 4-2”, è stato invece il commento del DS Igli Tare. C’è un piccolo vizio di forma nelle dichiarazioni, si dimentica che la traversa di Brocchi( gol sacrosanto!) sia stata colpita al minuto 66 e 33 secondi e la seguente autorete di Aronica, siglata invece al minuto 67 e 32 secondi; un minuto, solo un minuto, in cui la Lazio non avrebbe potuto segnare mai due gol poiché mancano i tempi materiali per rendere possibile ciò, in quanto l’azione sarebbe ripartita dal Napoli con la Lazio schierata a difendere il vantaggio. Altro “presunto” favore è il rigore fischiato: INAPPELLABILE con espulsione annessa;chi non lo riconoscesse farebbe bene a dedicarsi ad altro,magari alle proprie imprese di pulizie …
Sono questi dunque, i punti evidenziati a Milano e Roma, sono questi dunque, i “favori” riconosciuti al Napoli e meritevoli di essere bollati come “furti” o “rapine legalizzate” : nulla da eccepire invece riguardo il rigore fischiato al Milan contro il Napoli, in cui Aronica tocca,maldestramente il pallone con la mano nel mentre Pato invoca solamente un calcio d’angolo, nulla da dire sul rigore mancato nella gara di Parma ,vinta dal Milan 1-0, in cui Nesta frana su Crespo o sulla gara di Bari vinta, a fatica, dal Milan per 2-3 nella quale manca un rigore al Bari con conseguente espulsione di Abbiati o ancor di più in Milan – Palermo,dove manca un rigore al Palermo per un mani di Boateng, rigore fischiato poi al Milan su simulazione di Ambrosini; dulcis in fundo troviamo il mani di Robinho che stoppa la palla con il braccio, controlla e deposita in rete alle spalle di un Sorrentino e di un Chievo allibiti per lo scippo subito. In Lazio – Napoli si dimentica invece, il braccio di Zarate che porta avanti palla e poi batte incolpevolmente De Sanctis.
Concludiamo questo breve racconto con delle constatazioni di fatto e ponendo un interrogativo: la sudditanza psicologica arbitrale c’è, c’era e ci sarà sempre; ciò che si chiede è la trasparenza e la capacità di ammettere i propri errori e finirla con gli stereotipati vittimismi Made in Italy; ciò che si chiede è la meritocrazia che dia spazio e premi chi dedica anima e corpo ad un progetto che sta riscuotendo i primi successi, grazie all’impegno profuso in questi anni, che dia insomma la possibilità di incrementare il numero dei commensali al tavolo della “Torta Scudetto”. Aggiungi un posto a tavola … Andrà così? Ai posteri l’ardua sentenza.
Francesco Gambardella
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