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Criscitiello: “Il calcio italiano è in declino. E su procuratori e ds …”

Il duro editoriale del direttore di TMW

Se avessi dedicato la mia domenica pomeriggio ad un sano riposino avrei recuperato qualche ora di sonno. La domenica, ormai, è diventata inutile. Poche partite, spezzatino inutile anche per i diritti tv all’estero e qualità espressa in campo sempre più approssimativa. Il calcio italiano è in declino, ma – se prima era un lento declino – adesso sta diventando vertiginoso. Siamo malati, quasi terminali e non possiamo far finta di nulla solo perché nel 2006 abbiamo vinto un Mondiale, perché la Juventus è arrivata lo scorso anno in finale di Champions e nel ranking stiamo raggiungendo gli inglesi. Dobbiamo parlare del sistema, quello non funziona e ognuno di noi deve provare a fare il massimo per salvare un’industria e uno sport che trascina un intero Paese. Non dobbiamo commettere l’errore di crederci invincibili e insuperabili solo perché siamo dell’idea che “tanto il calcio in Italia non muore mai”. Il basket è un gioco straordinario e 10 anni fa era il secondo più seguito in Italia. Ha sbagliato tutte le scelte politiche e in pochi anni è diventato inguardabile, almeno per noi italiani. Cerchiamo di fare una vera analisi del male del calcio italiano; abbiamo un obbligo: non cadere in facile e inutile retorica e dobbiamo provare a far arrivare un messaggio ai veri potenti del calcio italiano. Siamo ancora in tempo, perché tra poco si cambiano i Presidenti e la lotta politica è appena iniziata. Non possiamo far finta di nulla se il 35% dei soldi del sistema ogni anno finisce nelle tasche sbagliate. Mi spiego: i Direttori Sportivi non fanno (quasi) mai gli interessi del club. Il primo obiettivo è fare cassa (la loro), il secondo è fare carriera, il terzo è ottenere risultati sul campo. Non vi siete chiesti come mai oggi, in Italia, un Direttore è più ricco di un calciatore medio? In serie A i soldi si perdono nelle losche operazioni di mercato tra Direttori e procuratori amici. Conti all’estero e movimenti utili a sistemare i bilanci. In serie B i soldi spariscono nei mancati pagamenti delle tasse, dove il 70% delle società paga una parte dei compensi a nero evitando i conti più salati. Se un calciatore guadagna 100, in B, alla società costa almeno 200. A questo punto la società paga 40 in bianco e 60 in nero, sul lordo paga 80 e nel sistema 120 vanno in fumo in un amen. Fate una moltiplicazione con tantissimi zeri e capirete che con quei soldi avremmo potuto costruire stadi e impianti. In Serie C i calciatori hanno perso anche la dignità. Pagano colpe altrui e non proprie. Per portare a casa qualche soldo molte volte sono costretti a sconfinare nell’illegittimo e oggi la media di uno stipendio di Lega Pro è di 1.200 euro. Gli allenatori pagano pur di allenare. Sono costretti a portare sponsor o vantaggi alla società, altrimenti rischiano stop interminabili con carriere compromesse per sempre. La serie A per 8 anni ha avuto un Presidente dimissionario, la Lega Pro pensava di aver risolto con l’addio di Macalli tutti i problemi della serie C e adesso non prende mezza decisione con il Commissario Miele. La Federazione è stata sfiduciata ancor prima di avere la fiducia e non c’è nessuno che prenda una decisione. Il blocco del sistema e la crescita che non arriverà mai sono dati oggettivi. Ai potenti del nostro calcio chiediamo di prendere decisioni, poi ovviamente alcune saranno sbagliate perché non chiediamo dei geni al potere ma almeno qualcuno che si assuma una responsabilità per non far morire questo sport. I club guadagnano solo dai diritti televisivi. I botteghini sono sempre più vuoti e di merchandising non si vive… si muore! Gli stadi sono obsoleti e poco funzionali. Andare a vedere una partita dal vivo comporta enormi difficoltà logistiche. I settori giovanili sono destinati ad un rapido declino e i nostri ragazzi non potranno mai crescere se non aumenta il tasso di competitività dei tornei. Ogni week end vediamo partite della Primavera finire 5-0 (Inter-Salernitana), 7-0 (Latina-Avellino) quando invece servirebbe un campionato Primavera con tutte le squadre di serie A a sfidarsi tra loro con conseguenti play off scudetto e retrocessioni con le squadre di serie B. Se non vogliamo le seconde squadre almeno procediamo velocemente ad una riforma semplice ma sostanziale. I procuratori bravi lavorano, quelli scarsi dovrebbero essere cancellati dal calcio italiano perché fanno solo danni. Bisognerebbe regolamentare bene la professione del procuratore perché se domani mattina mi sveglio e voglio assistere il mio vicino di casa che è un talento naturale non posso farlo. Bisogna studiare ed avere un certo pedigree. Il procuratore è molto più importante di quello che può apparire. Rischia di rovinare, in un colpo solo, sia il calciatore che la società. Quando parliamo di Mino Raiola pizzaiolo è una provocazione-invidia nei confronti di un uomo che si è fatto da solo. Raiola è antipatico e spocchioso come pochi ma è bravo e professionale. In ogni Paese dove lavora ha un ufficio legale top per assistere i suoi giocatori con contratti milionari. Un altro male sono i Direttori Sportivi che si fanno raccomandare per lavorare ma poi quando iniziano ad operare fanno danni. Sabatini è la piovra del calcio italiano. Come scrivemmo tempo fa su tuttomercatoweb, si muove come Luciano Moggi. Sistema i Direttori amici in club amici, fa saltare trattative di mercato quando le stesse sono condotte da procuratori non amici e le riapre passandole a procuratori amici. Non sono stato chiaro? Peccato, perché le operazioni sono chiarissime. Alla Sampdoria c’è Carlo Osti, uomo di Sabatini, che sta facendo più danni del suo mentore. A Como è stato esonerato il fratello Carlo e a Roma gli americani iniziano a preparagli la valigia. Senza valigetta. Garcia ha gettato vergogna su tutto il calcio italiano. La Roma in giro per l’Europa, con le big, sta rimediando solo umiliazioni. A Barcellona si può perdere, ma senza giocare sembra davvero troppo. Sabatini difende l’indifendibile e non ha ancora capito che, a breve, gli americani gli faranno fare la stessa fine che meriterebbe di fare il francese. Sabatini sbaglia, quasi sempre, la scelta dell’allenatore ed è un pessimo gestore della settimana. Ha un buon occhio ma quello non basta per fare il Direttore Sportivo. Sarebbe preferibile fargli fare l’osservatore per qualche top club europeo ma tenetelo lontano dalla gestione del gruppo. Fino a qualche anno fa, con Lotito e Zamparini era un uomo ombra, adesso crede di essere diventato Moggi con l’eccezione che uno fuma le sigarette e l’altro i sigari. Il sistema Sabatini rischia di saltare con i pessimi risultati ottenuti sul campo. Il Verona crolla miseramente e il Presidente Setti se la prende con Mandorlini ma non si chiede come abbiano fatto Gardini e Bigon a distruggere una squadra così, portandola alle soglie di una retrocessione inaspettata. Gardini ha prima lavorato alle spalle di Sogliano per farlo fuori, poi ha individuato un Direttore di poco spessore per prendere in mano tutta la gestione del club ma non aveva fatto i conti con le sue competenze. Si è preso una bella gatta da pelare. Adesso che non può nascondersi dietro Sogliano dovrebbe spiegare come ha fatto a far crollare in questo modo il Verona. Ci sono anche Direttori Sportivi bravi che riescono a dare lustro alle proprie società. Giuntoli a Napoli rappresenta il top, Sartori a Bergamo lavora bene sul mercato e sulla gestione del gruppo, Capozucca a Cagliari ha il controllo di tutto dall’alto della sua esperienza, Marotta e Paratici ottengono risultati sul campo e nel bilancio, Ausilio è giovane e competente, Castagnini a Brescia sta rientrando nel giro dalla porta principale e Giannetti a Frosinone ha dimostrato che con la chiarezza delle idee si può andare avanti, fregandosene del pensiero degli altri (compreso il nostro). Potremmo discutere e scrivere per ore ma se non risolviamo i veri mali del nostro calcio non avremo mai un futuro roseo.

Fonte: TMW

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