Accolta la richiesta di patteggiamento: Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, ha patteggiato con il Tribunale di Busto Arzisio una condanna di 1 anno e 10 mesi per il crac della compagnia aerea Livingston. Al Viperetta, rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, sono state riconosciute le attenuanti generiche e per questo la pena è in fondo lieve nonostante il fallimento Livingstone abbia avuto dimensioni finanziarie importanti, intorno ai 40 milioni di euro. Oltre alla pena Ferrero dovrà anche risarcire il ministero per lo Sviluppo economico per circa 850mila euro da versare subito e in un’unica soluzione. Ferrero non potrà però beneficiare della condizionale, avendo già una condanna risalente agli anni di gioventù, ma dovrebbe scontare solamente un periodo di affidamento nei servizi sociali. A quanto pare, vista l’entità della pena, non ci dovrebbero essere conseguenze per la carica istituzionale come presidente della Sampdoria: Ferrero resterà al vertice del club di Corte Lambruschini senza alcuna incompatibilità. L’entourage di Ferrero, per l’esito di questo procedimento che da mesi pendeva sul capo del Viperetta, ha espresso soddisfazione. Molto meno soddisfatte le parti civili costituitesi nel procedimento, in particolare gli ex dipendenti della compagnia aerea che chiedevano una pena più severa. «Si è conclusa oggi la vicenda del patteggiamento relativa al caso Livigston, che risale al 2009 – spiega il legale di Ferrero – La richiesta di patteggiamento, così come auspicato da noi legali, è stata favorevolmente accolta dal tribunale, che ha ritenuto prevalenti le attenuanti generiche a dimostrazione del fatto che Massimo Ferrero ha avuto un ruolo assolutamente marginale nell’operazione Livigston, tant’è che risulta a suo carico la pena minore fra tutti i patteggiamenti e l’unico, appunto, con le attenuanti generiche prevalenti. Anche le conseguenze civili sono state definite con reciproca soddisfazione con l’autorizzazione del Ministero – prosegue Ponti – Non sono inoltre state erogate pene accessorie né vi sono impedimenti di alcun tipo allo svolgimento delle sue attività imprenditoriali».
Fonte: Il Secolo XIX
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