Notizie incoraggianti arrivano dall’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia da Coronavirus. Stando alle parole del presidente Silvio Brusaferro, la curva «va decrescendo ed è un segnale che prosegue». Dunque – precisa – stiamo andando «verso un numero di casi più basso un po’ in tutte le regioni, inclusa la Lombardia». Un’analisi che però non è ancora in grado di tenere conto dei cambiamenti intervenuti con l’inizio della fase 2, tra riaperture e assembramenti. Solo la prossima settimana sarà possibile comprendere meglio il reale andamento dell’epidemia a saracinesche alzate, come ha confermato Brusaferro: «Dalla prossima settimana avremo i dati relativi ai casi dal 4 maggio in avanti, che dunque tengono conto dell’inizio della fase 2».
«Le immagini della folla a Milano fanno preoccupare – ha commentato il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Iss Gianni Rezza, che ha ribadito quanto sia fondamentale rispettare le norme di distanziamento sociale e l’uso di mascherine. «Economia e salute non sono in contrasto. Bisogna aumentare i controlli sanitari proprio per favorire le riaperture». Dall’analisi settimanale che conterrà i primi dati della fase due e dalla cabina di regia tra ministero e Regioni, ha ragionato il presidente, si potranno fare considerazioni per decidere sulle misure successive.
L’incidenza di letalità è evidente che si sia confermata soprattutto nelle fasce d’età più elevate. Quanto alle cause che hanno portato alla morte, l’Istituto superiore di Sanità ha rilevato che su 2400 deceduti la maggioranza ha come prima causa l’infezione di Covid-19. Solo nel 12% dei casi le cause di morte si sono sovrapposte ad altre condizioni di salute problematiche. Quanto agli stranieri colpiti dal Covid, sono stati 6.395 i casi diagnosticati in Italia, pari al 5% dei casi complessivi nel Paese.
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