BOLOGNA – Quarantacinque operai positivi, un ricovero in ospedale, centinaia di tamponi già fatti o ancora da eseguire nei prossimi giorni ai lavoratori e alle loro famiglie. L’aumento dei contagi a Bologna – 17 quelli registrati soltanto ieri – è dovuto in gran parte al focolaio scoppiato in un’azienda di logistica, la Bartolini, che grazie al superlavoro degli esperti della Sanità pubblica si sta cercando faticosamente di spegnere.
Il picco di casi era stato comunicato nei giorni scorsi dalla Regione, e riguarda un reparto di stoccaggio dove lavorano i magazzinieri della ditta. Nei giorni scorsi l’area è stata sanificata e l’attività lavorativa ridotta ai minimi termini perché sono tanti i dipendenti finiti in isolamento precauzionale in attesa dei test. I controlli sono stati allargati a numerosi dipendenti ( che appartengono a più cooperative) e alle famiglie secondo la logica dei ” cerchi concentrici”: parti da un episodio e ti espandi sempre di più alla rete dei contatti. Per questo non si può escludere che, a partire da oggi, i numeri siano destinati a salire ancora.
Il caso è strettamente monitorato dall’Ausl, dal Comune e dall’assessorato alla Sanità. In particolare è il settore della logistica a ricevere attenzioni particolari in questo periodo.
Pierluigi Viale, direttore delle Malattie infettive del Sant’Orsola, invita alla calma: ” Soltanto degli incompetenti possono permettersi di dire che il virus non c’è più. Io ho sempre recitato la parte del gufo chiedendomi non se ci sarebbe stato un focolaio, ma quando. Perché quando si passa da una fase pandemica a una endemica, il virus circola sotto traccia e può scoppiare un incendio. È proprio il caso che stiamo studiando. C’è poi una considerazione importante da fare: non siamo davanti a un cluster di malati ma di infetti, la stragrande maggioranza di queste persone non ha sintomi e soltanto una è ricoverata in ospedale nel reparto di Malattie infettive. Siamo riusciti a identificare il focolaio proprio perché il nostro sistema funziona e abbiamo la possibilità di andare a scovare subito i positivi. La differenza con quattro mesi fa è che oggi siamo pronti, non ci facciamo prendere alla sprovvista. La situazione è sotto controllo, è in corso l’attività per capire le reali dimensioni del contagio. Non siamo né ottimisti né pessimisti”.
Nell’ultima settimana Bologna ha visto un balzo in avanti nei contagi e nelle persone in isolamento. Per quanto riguarda i 17 casi di ieri, 13 persone non hanno sintomi come tosse e febbre. Sempre l’area metropolitana ha registrato il numero di morti più alto rispetto al resto della regione: 5 su 9. Tra le vittime un bolognese di 59 anni.
Anche il bollettino su scala regionale restituisce dati in aumento: 44 i nuovi positivi, di cui 33 asintomatici, numero che non si vedeva da quasi un mese. Il tutto sulla base degli esiti di seimila tamponi e 1.156 test sierologici. Oltre alla provincia di Bologna, i dati di contagio più alti sono a Reggio Emilia (+ 8) e in Romagna (+11). Gli altri 4 decessi sono avvenuti nelle zone di Parma, Reggio e Rimini: 4.245 dall’inizio dell’epidemia. Restano confortanti altri indicatori, come il numero di ricoveri in terapia intensiva (stabile a 12) e quello negli altri reparti Covid (quattro in meno, 117 in tutto). Infine, ci sono altri 50 guariti.
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