Benvenuti in Italia! Benvenuti nel paese delle contraddizioni: nel paese in cui bianco e nero viaggiano a braccetto e ci si veste di finto perbenismo. Benvenuti nel paese in cui i dirigenti si scontrano a fine gara per un fischio goliardico di alcuni tifosi. Benvenuti nel paese in cui i colpevoli spesso restano impuniti e colpiti da “radiazioni” per nulla letali … Benvenuti nel paese in cui si nasconde, e a volte anche grossolanamente, l’ipocrisia più totale dietro moralismi di facciata. Benvenuti nel paese in cui i reali rapporti umani spesso vengono ritenuti fasulli e costruiti. Benvenuti nel paese in cui la gelosia si annida dietro l’angolo ed è pronta a mietere le proprie vittime. Vi starete domandando il perchè di quest’apostrofe iniziale di dantesca memoria, accompagnata da una serie di anafore ricche di sprezzante ironia; sarà presto svelato l’arcano mistero.
Spostando la questione sul piano squisitamente (futile?) calcistico, è risaputo ai più che quello 2011-2012, è stato uno dei campionati più belli, in cui la volata finale per scudetto, piazzamenti Champions e salvezza è ancora tutto da decidere. Appare strano e fuorviante che al monito lanciato dal presidente De Laurentiis di “giochiamo tutti in contemporanea”, siano state fatte orecchie da mercante. L’intervento del presidente azzurro risale a giovedì 3 maggio, ai microfoni di Radio Marte; curiosamente l’amministratore di Lega e delegato del Milan, Adriano Galliani, ha sollevato la stessa questione ottenendo la contemporaneità per la sfida scudetto che vede il Milan impegnato nel derby meneghino, e la Juventus impegnata nella trasferta con il Cagliari che si giocherà a Trieste. Lo slittamento, l’incontro della compagine di Conte era previsto per le 15, ha mandato su tutte le furie, comprensibilmente, il presidente isolano Massimo Cellino, che ha definito i propri avversari “arroganti e presuntuosi”. Sfogo comprensibile e del tutto legittimo se non fosse che il problema non riguarda, nella fattispecie Milan e Juventus, ma l’intero sistema che andrebbe rivisitato e corretto. Possibile che le Pay tv abbiano il controllo su tutto? Possibile che la corsa scudetto sia più importante di quella per il raggiungimento dell’ultimo posto Champions? E ancor di più: possibile che sia più importante della corsa salvezza? Conoscere il risultato del Lecce, previsto per oggi alle ore 18, potrebbe stemperare le tensioni di un Genoa, impegnato domani al Friuli con l’Udinese, e togliere un po’ di appetito alla corsa scudetto-salvezza; la contemporaneità, invece, darebbe a tutti lo stesso appetito! L’accanimento non è nei confronti delle tv a pagamento che, a giusta ragione, pretendono di tutelare un loro investimento; e gli investimenti dei presidenti stessi? Chiunque riuscirà a raggiungere la qualificazione in Champions otterrà introiti maggiori; idem chi riuscirà a presenziare alla prossima serie A. Considerando poi la querelle legata al calcioscommesse e affini, “salvare il salvabile” sembrerebbe l’auspicio più consono. Prevenire e curare insomma, e non, per dirla alla napoletana, “ciacca e mmereca”: piuttosto che aggiustare un giocattolo rotto, non sarebbe meglio, leggere le istruzioni tutti insieme? Non sarebbe opportuno tralasciare le logiche di mercato, poiché qui rischierebbero di perderci tutti, e schierarsi a fronte comune contro i colossi commerciali? Il calcio è ancora sconvolto dal più grande scandalo della storia, fatto di interessi della criminalità organizzata e di bande straniere, e la migliore risposta per ridare respiro a questo mondo sempre più in difficoltà è lavorare per creare tutte le condizioni per favorire l’estrema regolarità del campionato. Un’altra occasione persa: come diremmo a Napoli, “stamm semp 0-0”.
Francesco Gambardella
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