“Le parole emerse attraverso la registrazione audio sono inaccettabili e vanno biasimate”. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è tornato così sul caso-Tavecchio, scoppiato dopo la pubblicazione delle registrazioni in cui il presidente della Figc aveva definito “ebreaccio” l’immobiliarista Cesare Anticoli (che nel 2008 gli vendette la sede della Lega Dilettanti) e poi affermato “i gay mi stiano lontani, io sono normalissimo”, parlando di un dirigente federale rimasto anonimo. Allo stesso tempo, il numero uno del Comitato olimpico ha però sottolineato che “non esiste alcun presupposto tecnico-giuridico affinché il Coni possa prendere provvedimenti legati all’eventuale commissariamento della Federazione”.
“NON ERA UN’INTERVISTA” — Malagò ha poi aggiunto: “Come già esternato in altra occasione, ritengo che ogni singola persona debba rispondere alla propria coscienza e adottare il comportamento più idoneo. Voglio comunque aggiungere che ho chiesto, con urgenza, un report dettagliato alla Figc per approfondire il caso in questione e le singolari dinamiche della vicenda, su cui si fondano peraltro i successivi chiarimenti e denunce del presidente“. Già ieri Tavecchio aveva replicato all’autore delle registrazioni, il direttore del quotidiano on line Soccerlife (“Non era un’intervista, ha nascosto il registratore”) per poi sfogarsi: “Non sono né antisemita né omofobo. È evidente la ritorsione nei miei confronti da parte di una persona alla quale ho negato dei contributi per la sua attività editoriale. Sono vittima di un ricatto”.
Fonte: gazzetta.it
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