“Il giorno di Pasqua, il presidente della Regione Campania ha inteso, con propria ordinanza sindacale, adottare misure più restrittive rispetto a quelle previste dal Governo circa le attività commerciali da sospendere a causa dell’emergenza da Coronavirus (COVID-19). Si tratta di misure che colpiscono categorie già in ginocchio e, sebbene la giustificazione addotta sia la riduzione delle occasioni di contagio, alcune di esse sono a mio avviso da ritenersi addirittura controproducenti.
Mi riferisco in particolare al divieto di consegna a domicilio per gli esercizi di ristorazione e alla chiusura dei box alimentari dei mercati rionali coperti. Su quest’ultimo punto, ad esempio, ritengo che consentire la riapertura in sicurezza dei mercati rionali, almeno di quelli in struttura, come per altro richiesto con sempre maggiore insistenza dagli operatori, non serva solo a dare respiro ad attività che attraversavano un periodo di grave crisi già prima dell’emergenza ma renda anche più semplice e ordinato l’approvvigionamento in molti quartieri di Napoli. Ciò assume particolare rilevanza in periferia, dove i supermercati sono pochi e spesso distanti dai grandi agglomerati residenziali, il che li rende sovraffollati e molto difficili da raggiungere per gli anziani o per chi non è dotato di veicolo. Va inoltre detto che il commercio cosiddetto mercatale, che da sempre basa la propria concorrenzialità su una politica di contenimento dei prezzi, consente il rifornimento alimentare anche alle categorie meno abbienti.
Allo stesso modo riaprire, sempre nel rispetto delle norme sanitarie e obbligando all’uso dei DPI, alla consegna a domicilio di pasti caldi e cucinati dalle attività di ristorazione consentirebbe, dopo più di un mese di chiusura, a tanti imprenditori napoletani di rifiatare, dando al contempo a molte famiglie, specie quelle di anziani, la possibilità di dotarsi di pasti completi, pronti e caldi, evitando lunghe file e assembramenti ai supermercati. In questo contesto val la pena sottolineare, come per altro già fatto egregiamente dalle associazioni di categoria, che c’è un alimento che ha reso la nostra città famosa nel mondo e ha avuto il riconoscimento dall’Unesco quale patrimonio immateriale dell’umanità, ovvero la pizza che può essere consegnata in tutta Italia tranne che in Campania.
Sulla scorta di quanto fatto dal Comune di Napoli in termini di esenzione dai tributi locali, per tutte le categorie danneggiate dall’emergenza va inoltre previsto dalla Regione Campania, con la stessa forza e polso fermo con cui ha disposto la chiusura, un adeguato indennizzo teso a coprire i costi di fitto, utenza e delle altre scadenze che gli imprenditori non possono fare a meno di onorare”. Questo è quanto dichiarato dall’assessere al Commercio Rosaria Galiero.
Fonte: Comune di Napoli
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