Simona Rainone, fidanzata di Ciro Esposito, ha lasciato il suo personale messaggio sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno per questa giornata speciale:
“Oggi pomeriggio sarò in curva B, nel posto che era di Ciro. Il mio Ciro. Insieme con i suoi amici, col tifo sano di questa città. Pronta a esultare ad ogni gol del Napoli. A sorridere se la squadra del cuore di Ciro vincerà la partita. Sono sicura che lui apprezzerà, io vedrò la partita con i suoi occhi e questo mi aiuterà a essergli ancora più vicino. Non so se è stato giusto o sbagliato vietare la trasferta ai tifosi della Roma, vorrei solto che Ciro, attraverso me, assistesse a un bello spettacolo di sport. La festa migliore per lui. Prima che Ciro morisse non ci andavo quasi mai allo stadio, e non so quante volte mi ha pregata. Mi diceva: dai Simona, vieni che ti diverti. Gli dicevo sempre di no. Credo che in cinque anni di fidanzamento le uniche liti avvenivano per il Napoli. Il mio fidanzato era davvero innamorato della sua squadra e ora mi torna in mente l’immagine gioiosa di Ciro la sera prima del 3 maggio. Mi aveva accompagnata a casa e come sempre gli rompevo l’anima con mille raccomandazioni. Mi ascoltava e poi un po’ seccato mi disse: Simo, ma vado soltanto a vedere una partita, non è possibile che tutte le volte mi dici sempre le stesse cose>. Mi baciò sulla bocca e andò via, sarebbe partito per Roma l’indomani mattina. Non l’ho più visto come quella sera. I cinquanta giorni di agonia al Gemelli sono stati terribili, ma il suo sorriso bastava ad illuminare le mie giornate più tristi. Ha cercato di vivere in tutti i modi. Non perdonerò mai il suo assassino, ha tolto la vita a lui e anche a me. Ma di lui mi interessa poco, penso invece che il sacrificio di Ciro sia valso a poco. In questo momento non riesco a credere in un futuro migliore. Mi auguro di sbagliare, ma Ciro non è stato il primo a perdere la vita per una partita di calcio e non sarà neanche l’ultimo. Mi piacerebbe che oggi pomeriggio i capitani delle due squadre si abbracciassero in nome di Ciro e contro la violenza, sarebbe un bell’esempio. Il mio fidanzato è sempre con me: al mattino sento il suo buongiorno e la sera mi dà la buonanotte, qualsiasi cosa faccio durante il giorno penso sempre di farla con lui. Resterà il mio fidanzato per sempre. Certo, la vita andrà avanti e probabilmente un giorno anch’io avrò una famiglia ma sarà anche la famiglia di Ciro. La vita non è stata tenera con me: all’età di 17 anni ho perso mia madre, due anni più tardi anche il mio papà se ne è andò per sempre. Vivo con la nonna e miei due fratelli, lottiamo insieme e andiamo avanti. Ogni giorno combatto anche contro la mancanza più grande: Ciro. Lo conobbi qualche giorno dopo la morte di mio padre e mi aiutò a superare il grande lutto. Elaborai con lui la perdita dei miei genitori, lui era fiero di me e della mia solarità, nonostante tutto. Adesso sono sola e a volte non so neanche come trovo la forza di andare avanti. Oggi sono felice però. Faccio a Ciro un grande regalo: vado al San Paolo anche per tutte le volte che gli avevo detto di no”
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