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Chelsea, Di Matteo eredita l’ansia da spogliatoio

Le reazioni e le considerazioni sull'esonero di Villas-Boas

Il conto alla rovescia dice che mancano appena nove giorni e qualche ora alla gara di ritorno di Champions allo Stamford Bridge, dove il Napoli avrà la sua chance di stupire ancora l’Europa cercando di superare gli ottavi di finale a spese del Chelsea. Nove giorni in cui i Blues dovranno trovare il modo di riorganizzarsi, ricaricarsi e trovare le soluzioni giuste per salvare una stagione fin qui fallimentare. Perché il crocevia per una ripresa “all’ultima spiaggia” è dato proprio dalla Champions League, visto che in campionato i londinesi lottano a stento per il quarto posto ed avanzare in FA Cup sarebbe solo una magra consolazione.

LA NOTIZIA DELL’ESONERO – Proprio mentre il Napoli sconfiggeva il Parma in campionato, trapelava la notizia che André Villas-Boas fosse stato rimosso dal suo incarico di allenatore. Notizia che Mazzarri e chiunque altro s’intendesse di calcio giocato ha preso tutt’altro che come buona nuova: tanto è vero che la cosiddetta “crisi” del Chelsea del portoghese sembrava ormai irrisolvibile, quanto è vero che i cambi di allenatore, almeno nei primi tempi, portano quasi sempre stimoli nuovi e rinnovate motivazioni. Se poi era veritiera la voce – ormai molto più che un rumour – che il giovane André fosse mal sopportato quasi dall’intero spogliatoio, il suo esonero dev’essere suonato, per i giocatori in blu, come una liberazione.

LE RESPONSABILITÀ DEL BOSS – Ma attenzione: il sollevamento di Villas-Boas dal suo incarico è unilateralmente da considerare un bene per il Chelsea? Tanto per cominciare, è il segnale di un dato incontestabile: la società di Abramovich è ormai considerata un “cimitero di allenatori” ed è bollata come ambiente instabile dov’è difficile lavorare bene e con tranquillità. Colpa proprio dei bollori facili – accesi dai milioni facili – del magnate russo, incline a cambi di panchina fin troppo frequenti. Stavolta anche controvoglia, a quanto pare, dato che Villas-Boas era stato una sua personale scommessa.

LA SOLIDARIETÀ DEI COLLEGHI – A fare la voce grossa è stato il presidente dell’Associazione Allenatori della Premier League, Richard Bevan, come riporta il Daily Mail: “Che il Chelsea sia alla ricerca di quello che è l’ottavo allenatore in nove stagioni è motivo di serio imbarazzo per il suo proprietario, la società, i tifosi e la lega“. E come è logico che sia, anche gli altri allenatori della Premier hanno fatto scudo, per solidarietà verso un ruolo che sembra paradossalmente adeguarsi all’odierna tendenza al precariato che affligge il “mondo comune”.  Il primo a difendere Villas-Boas è stato l’esperto Wenger. Ma solidale con AVB è stato persino Chris Hughton, manager del Birmingham che domani affronta il Chelsea nella ripetizione del match di FA Cup, dopo aver pareggiato a Londra. Le dichiarazioni di Hughton, che in piccola parte ha contribuito alla cacciata di Villas-Boas, le riporta il Guardian: “Penso che otto mesi non sia un tempo sufficiente per giudicare un allenatore. Si tratta di una società coinvolta in un periodo di piena transizione, trovo che occorresse tempo per finire il lavoro cominciato.” “Villas-Boas era visto come uomo del futuro, ma in tal caso occorre concedere tempo per portare avanti un lavoro. Per i top club diventa difficile perché la pressione è sui risultati immediati. È davvero un peccato.

IPOTESI FUTURE E CANDIDATI – Da allenatori in carica dispiaciuti ad allenatori disoccupati di buon umore: Rafa Benitez, vecchia conoscenza della Serie A, manda messaggi subliminali a destra e a manca, parla bene di Torres,  ma poi nega di essere stato contattato o di aver anche solo pensato al Chelsea. Accanto al nome di Benitez, si invoca da tempo il ritorno di Mourinho, avvistato a Londra a comprare casa, come è noto, ma per ora si tratta ancora di congetture.

IL PRESENTE DEL CHELSEA – E allora, la palla adesso è a Roberto Di Matteo, che conosce l’ambiente ma non ha ancora l’esperienza per i grandi palcoscenici.  Difficile preventivare gli effetti della sua “promozione”, ma il quotidiano britannico The Sun lancia subito una bomba sul tecnico italiano, con il titolo: “Le stelle dei Blues odiano Di Matteo anche di più“, più di quanto non odiassero già Villas-Boas. Una fonte anonima, stando alle parole del quotidiano, riferirebbe che Di Matteo “è semplicemente troppo borioso“, e assicura che il rapporto tecnico-giocatori, che con AVB era burrascoso, con Di Matteo “sarà altrettanto brutto se non peggiore, appena arriveranno i primi risultati negativi“. “C’è gran confusione, è come se non ci fosse un allenatore. Non c’è nessuno a dirigere gli allenamenti, nessun riferimento per i calciatori“. Se le parole apparse su The Sun sembrano un po’ esagerate, resta per niente scontato che Di Matteo riuscirà a risollevare il morale e gli umori del suo spogliatoio e a conquistare la fiducia incondizionata delle stelle del Chelsea, che a molti sembrano ormai padroni di se stessi. Fosse questa la situazione, tornerebbe di certo a vantaggio del Napoli, ma viene difficile credere che professionisti esperti come Lampard, Drogba, Malouda, Terry, lasceranno prevalere il caos rischiando di compromettere la stagione e la loro reputazione. Già domani contro il Birmingham, tifosi, critici e rivali del Chelsea avranno un primo responso. Poi ci sarà il weekend di campionato, e poi la Champions.

A cura di Lorenzo Licciardi

 

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