Nel calcio le gioie di una squadra sono le disgrazie dell’altra. Da sempre. Ma il modo in cui il Real Madrid vince 4-0 all’Allianz Arena, guadagnandosi il biglietto per la finale di Lisbona del 24 maggio, va oltre al singolo risultato. Che pure fa più rumore di un concerto techno sparato nelle orecchie. Carlo Ancelotti aggiunge una medaglia al suo petto già pluridecorato: la lezione di calcio data al Bayern Monaco entra nella storia della Champions League. E Pep Guardiola, l’uomo che ha cambiato il calcio del terzo millennio, prende la peggior sberla della sua carriera. Niente bis in Champions per il Bayern, che ora dovrà ripensare a molte cose. Quando nella ripresa, a giochi più che fatti, Guardiola leva Muller, il pubblico fischia e invoca il giocatore. E’ un primo, ma chiarissimo segnale: il progetto Pep come minimo torna in discussione. i limiti delle sue squadre emergono con prepotenza. La mancanza di un piano B, una fase difensiva spesso imperfetta. Al Barça, ogni corner per gli avversari era una potenziale occasione. Non cambiano le cose in Germania, nonostante una stazza fisica dei giocatori ben diversa. Sergio Ramos, primo difensore a firmare una doppietta in una semifinale di Champions, segna una doppietta di testa su palla inattiva.
SCELTE — Pep esclude l’imbarazzante Rafinha dell’andata. Lahm fa il terzino, con Kroos mediano accanto a Schweinsteiger e un 4-2-3-1 con Mandzukic deludentissimo terminale. Il 4-3-3 di Ancelotti è cortissimo. E presenta il tridente atomico Bale-Benzema-Ronaldo, oltre a un Carvajal che da terzino si conferma più affidabile di Arbeloa. Ribery non lo salterà mai.
SENZA PAURA — Parte deciso il Real. La sua pressione è più alta rispetto a quella del Bernabeu. Il Bayern gira palla, ma senza fare male. E quando i blancos ripartono fanno paura. Bale non trova la porta dopo l’uscita di Neuer, poi tra il 16′ e il 20′ Sergio ramos castiga due volte. Nella prima occasione stacca da solo sul corner di Modric, nella seconda brucia Mandzukic dopo la spizzata di Pepe sulla punizione di Di Maria. Il doppio schiaffo è tremendo. Perché il Bayern, oltre a dover segnare 4 gol, deve lasciare spesso Bale, Benzema e Ronaldo in situazioni di uno contro uno con difensori che si chiamano Dante e Jerome Boateng. Come lasciare una donna in un negozio di borse con una carta di credito senza limiti e sperare che non compri nulla. E il terzo gol, come prevedibile, è una clip del contropiede perfetto. In 4 passaggi partendo appena fuori dalla propria area, il Real segna. Di Maria a Benzema, Benzema a Bale, il gallese irride Boateng in progressione e porge a CR7 l’assist del comodo 3-0. Impressionante.
SOLO ORGOGLIO — Ci sarebbe una ripresa da giocare. Guardiola ridisegna il Bayern con un 4-1-4-1 con Javi Martinez per Mandzukic. I tedeschi onorano la partita, creano un paio di situazioni interessanti. Con Robben, Kroos e una magia del nuovo entrato Mario Goetze. Ma Casillas non trema mai. Anzi, nel finale anche Cr7 su punizione trova la doppietta. Per non essere da meno di Ramos. E Ancelotti si gode la sua notte perfetta.
Fonte: Gazzetta.it
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