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Caro Mondo, la vittoria della vita… la vittoria di un uomo

Inter-Novara 0-1: la vittoria del "Mondo"

Per i nostri lettori non sarà difficile leggere e comprendere il “perché” di questo articolo: chi segue quotidianamente il nostro portale, avrà capito ormai l’antifona che ci contraddistingue; cerchiamo di dar voce allo sport; in primis il calcio in tutte le sue componenti, trova voce il basket ed il volley: che sia donna o uomo non importa, l’importante è dare voce alle “persone”. Chi legge i miei articoli, inoltre, sa bene quanto tenga a sottolineare i caratteri dei protagonisti, analizzandoli in tutte le varianti possibili: complice l’assenza posticipata del Napoli, dai palinsesti domenicali, ho voluto spostare la mia attenzione sul risultato più sorprendente della giornata. Davide batte Golia 0-1. E’ la vittoria del calcio, quello vero: è la vittoria di chi lotta con tutte le proprie forze affinchè le certezze e la predestinazione vengano sconfitte; è la vittoria di chi crede ciecamente che il calcio non si fa con i soldi ma soprattutto con le idee. Quei concetti raccontati con semplicità nel post-partita, ricordando ad Arrigo Sacchi il suo ultimo successo a San Siro, nel 1988, quando la sua Atalanta sconfisse il Milan stellare, interprete del calcio che superava il catenaccio. “Disse a Bonacina di non salire, lui non obbedì e poi realizzò il colpo di testa vincente”– es0rdisce Arrigo Sacchi, il Mondo risponde scherzando: “Un movimento preparato tutta la settimana, è così che si dice, Arrigo…”. La semplicità nel calcio dei complicati, un sorriso nel mondo dei seriosi e degli esteti. Mondonico trova anche l’umiltà di ringraziare il Novara che l’ha chiamato senza chiedergli: “Come stai?”. Una lezione di umiltà contro la presunzione dilagante.

Inter-Novara 0-1 è la vittoria di chi ha deciso che era arrivato il momento di cambiare; di ringraziare un allenatore, un uomo,  trascinatore di una splendida cavalcata dalla C alla A,  che aveva forse dato tutto ad un gruppo in termini di ambizione e voglia di emergere, ma che ora necessitava gli insegnamenti di chi, suo malgrado, ha imparato a lottare per sopravvivere. Necessitava degli insegnamenti di chi, da Gennaio 2011 a Gennaio 2012; si è visto morire e rinascere: la fenice che riemerge dalle proprie ceneri e che torna a volare; che riesce  trasmettere a chi è vicino la voglia di dire “Ci sono anch’io e non mi arrendo”. Questo concetto, la resa, il nuovo allenatore dei piemontesi, non la conosce: non la conosceva nel 2001 quando sedeva sulla panchina azzurra e cercò di guidare una società, prossima al declino, ad una difficilissima salvezza, andando contro tutto e tutti, che si arenò sul campo viola dell’Artemio Franchi; non l’ha imparata o almeno non vuole dimostrarlo. L’avventura napoletana gli ha regalato tuttavia la consapevolezza che oltre ad i valori tecnici, è importante che ci sia “sinergia” di intenti tra gruppo e tifosi: ha scritto una bellissima lettera ai nuovi tifosi, prendendo spunto dall’esperienza partenopea. Ha parlato col cuore; esprimendo le proprie sensazioni e le proprie preoccupazioni sulla missione intrapresa, senza tuttavia, ammainare la vela e sventolare bandiera bianca, ancor prima di averci provato. Ed ecco che i fischi si son tramutati in applausi, ed ecco che le sconfitte son diventati pareggi, e poi gol e poi ancora una vittoria insperata. Ecco che chi ama il calcio, quello vero che non si ferma agli stereotipi dei vessilli rivali, non può che sorridere oggi: sorridere compiaciuto di un’impresa di chi ha trasmesso la voglia di sopravvivere, la propria voglia di continuare a vivere. È una vittoria che regala speranze a chi vive di momenti bui transitori e non si riconosce allo specchio; è una vittoria che vuol dire ritrovare la “fiducia” nei propri mezzi; la consapevolezza che nessuno ti regala niente ma solo il lavoro e lo spirito d’abnegazione possano poi portare frutti e ripagare di tanti sacrifici. Che la vittoria di Davide possa rinfrancare i cuori, momentaneamente abulici, dei nostri beniamini per ripartire, a spron battente, verso altre mete, più consone al blasone societario: la storia recente che accomuna Novara e Napoli, adesso è evidente: entrambe hanno lottato per due anni ed ottenuto risultati incredibili; entrambe vivono un momento difficile, ma l’una ha avuto la forza di riemergere, ora tocca all’altra.
Chi ama il calcio, quello vero, non potrà che gioire di un risultato frutto esclusivamente, della creatura plasmata ad hoc dal tecnico di Rivolta d’Adda… Complimenti… Oggi hai vinto tu, Mondo!

Francesco Gambardella

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