E’ successo quello che da settimane ci si aspettava nonostante forse oggi non sia stato il momento più giusto per farlo, visto e considerato il fatto che ieri il Bologna di Rossi ha giocato una buona partita meritando almeno un pareggio. Sono gli stessi errori, commessi con costanza, che impediscono al Bologna di risalire la china e lo costringono nelle zone basse della classifica, aggiungendo al palmares di mister Rossi l’ennesima sconfitta, l’ottava in dieci giornate. Cosa sarebbe successo se Gastaldello e Ferrari non avessero spalancato le porte del gol all’Inter? Cosa sarebbe successo se Destro solo in area, all’ultimo minuto, avesse infilato quella palla in rete segnando il gol del pareggio? Con ogni probabilità i giudizi sarebbero stati leggermente diversi: si parlerebbe ora di una squadra in crescita, di un mister che ha messo in campo una formazione compatta ed ordinata. Ciò però non cancellerebbe le prestazioni insufficienti prodotte dalla squadra a partire dall’ultima parte della stagione passata fino ad oggi, caratterizzate da una sterilità offensiva allarmante e una cronica assenza di gioco.
Il “Day After” ha visto dunque un summit della dirigenza e la decisione di esonerare il mister della promozione in Serie A, vittima e carnefice della situazione tragica che sta vivendo il Bologna in questa prima parte di stagione. Date le problematiche della squadra così evidenti, come ha potuto una dirigenza seria, seppur neonata, sprecare ulteriore tempo posticipando l’esonero? Se i risultati non arrivano e la squadra non funziona, bisogna assumersi le proprie responsabilità e cercare di rimediare agli errori commessi finora.
Da una parte Rossi ha la colpa di non essere riuscito a trovare in questi mesi la quadra giusta per ottenere punti, di non aver mai avuto troppa fiducia in questa squadra, di aver gestito male cambi ma forse soprattutto di non essersi fatto sentire in sede di mercato quando la squadra che allenava in ritiro era un’accozzaglia di riserve e mancava di titolari.
D’altro canto bisogna riconoscere che le colpe di questo insuccesso sono da dividere tra il mister e chi gli ha messo in mano questa squadra, ovvero Pantaleo Corvino. Il DS del Bologna si è sempre detto soddisfatto del proprio operato in questa sessione estiva di mercato ma i risultati lo condannano: è stata costruita una squadra di prospettiva, nell’anno in cui invece servirebbe anche l’esperienza per salvarsi. La qualità della rosa costruita da Corvino è buona ma è composta da tanti giovani, non abituati a lottare per non retrocedere. Dopo una sessione estiva che ha visto un esborso economico ingente è il campo a bocciare l’operato del direttore sportivo, questa situazione in classifica è infatti la naturale conseguenza di un lavoro incompleto. A gennaio servirebbero una seconda punta che salti l’uomo da affiancare a Destro, terzini affidabili e d’esperienza oltre che giocatori di qualità in mezzo, capaci di costruire gioco e servire l’ultimo passaggio agli attaccanti. Per queste ragioni presumibilmente anche la sedia di Pantaleo comincerà a scottare a breve, con voci di corridoio che danno Di Vaio o Lo Monaco come possibili sostituti.
Con l’esonero di mister Rossi la speranza è che il nuovo allenatore dia una scossa ma soprattutto un’identità a questa squadra in difficoltà, facendo meglio di quanto fatto finora e ottenendo subito preziosi punti per risalire. Il nuovo allenatore dovrà essere affiancato dal DS in carica che, se dovesse essere Corvino, dovrà valutare attentamente gli errori commessi ad agosto e cercare di porre immediatamente rimedio.
Questi giorni sono fondamentali per il futuro del Bologna, I tempi sono strettissimi e il campionato non ci aspetta. C’è una categoria da salvare, per questo è ora di cominciare a fare sul serio.
Fonte: Calciomercato.com
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