Por què? Por què sono più forti, semplice. Non si offenda lo SpecialOne per eccellenza, il signor Mourinho, ma questo Barça è veramente un’altra cosa, questi sono SpecialEleven. Sa creare e, quando serve, anche difendersi e ripartire. Complimenti comunque ad un Real che ci ha provato, fino a quando ha potuto, ma contro i ragazzi di Guardiola non basta. Gli extraterresti del Barcellona ritirano quindi il biglietto Marte – Londra, già ampiamente prenotato all’andata. È bastato solo un pareggio, un 1-1 e ciò che era ampiamente previsto si è verificato. Finale, presumibilmente contro il Manchester di Sir Alex Ferguson, chiamato domani ad un’altra formalità contro i tedeschi dello Schalke.
Tornando alla partita c’è da dire che il Real è partito forte, anche grazia alla formazione iperoffensiva schierata dal vice di Mou, lo spagnolo Karanka. I tre trequartisti, Kakà, Ronaldo e Di Maria, di supporto all’unica punta Higuain rendono particolarmente efficace il pressing madrileno nelle prime battute di gioco. Barcellona che però non sta a guardare, anzi alla prima occasione mette in mostra le sue qualità. Prima Pedro di testa, poi Messi con una serpentina creano apprensione alla retroguardia madrilena. Il Real sembra cedere e deve ringraziare il suo portiere Casillas se Messi non riesce a mettere dentro l’ennesimo gol in questa stagione (sono talmente tanti che il numero ce lo siamo dimenticato). Un finale di primo tempo in crescendo per il Barça, anche se il Real sembra tenere il campo.
Un piccolo fuori programma rende la partita più distesa. Infatti un tifoso prova a consegnare una sciarpa catalana a Ronaldo. Da segnalare la discreta velocità dell’invasore, che viene, a fatica, bloccato. Finito il simpatico siparietto è però tempo di ritornare in campo.
Dopo solo due minuti sembra che la partita si sia sbloccata. Higuain infatti trova al rete, ma è tutto inutile. Ronaldo, autore dell’assist, aveva in precedenza commesso fallo. Real che però non si perde d’animo, si getta all’arrembaggio. Ma chi pensa che questo possa essere il preludio ad un gol dei blancos si sbaglia. Al 9° minuto va in scena l’Università del Football, facoltà Calcio Spettacolo: il professor Iniesta serve una palla in profondità da 30 e lode a Pedro, il quale dinanzi a Casillas non fallisce. 1-0 Barça, finale ad un passo.
Finita? Per niente. Il Real non vuole mollare. Dentro Ozil, fuori Kakà. Il Real riprende coraggio. Al 19° infatti Di Maria centra il palo, sul quale però è più lesto di tutti Marcelo. Tap-in vincente e 1–1. Real che può ancora sperare. Anzi meglio dire che potrebbe. Di fronte infatti c’è il Barcelona, non il Tottenham e il Real non può fare ciò che vuole. La partita così scivola via, in un possesso ipnotico e senza errori del Barcellona, cosa che rende particolarmente nervosi i madrileni. Il risultato quindi non cambia.
C’è però il tempo per l’emozionante ritorno in campo di Abidal, 47 giorni dopo l’intervento chirurgico per un tumore. Momento toccante per l’intero pubblico catalano che, assieme ai rivali madrileni, accoglie il ritorno del francese con un applauso scrosciante. Il calcio è anche questo.
Calcio che il Barcellona ha saputo insegnare in questa doppia sfida ad un Real troppo presuntuoso e troppo legato al polemico modo di agire del suo tecnico. Il Barça invece, con stile e classe, vola a Londra, con il pass per la finale. Di fronte probabilmente il Manchester di Sir Alex Ferguson. Uno che di stile e classe se ne intende. Uno che di squadre marziane ne ha viste e sa come fermarle. Non ci reste che aspettare la finale di una coppa che è in grado di regalare sempre grandi emozioni.
Giancarlo Di Stadio
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