«Ho vissuto un fine anno drammatico e ancora oggi sono molto arrabbiato». Così esordisce Paolo De Crescenzo, allenatore della Carpisa Yamamay Acquachiara, testimone di ciò che è accaduto ad un suo giocatore: Stefano Luongo, 22 anni, sino alla scorsa stagione in forza ai campioni d’Italia della Pro Recco, da quest’anno attaccante della formazione di cui è presidente onorario un altro ex campione, Franco Porzio. «Il 6 dicembre, negli spogliatoi della Scandone, prima di affrontare il derby con la Canottieri Luongo mi ha confidato di avere dei forti dolori addominali, ma di sentirsi nelle condizioni di poter giocare – racconta De Crescenzo – Non passarono cinque minuti e il giocatore era disteso su una panca contorcendosi per i dolori. Il direttore sportivo Massimo Pezzuti ritenne opportuno trasportare il giocatore all’ospedale San Paolo, dove al pronto soccorso gli fecero degli accertamenti tenendolo su una barella sino alle 0,30, quando lo dimisero. Accompagnai il ragazzo in un albergo nelle vicinanze dell’ospedale, in quanto abitando da solo avrebbe trovato la casa fredda e non avrebbe avuto assistenza. La mattina dopo Luongo chiamò il portiere dell’albergo chiedendo una autoambulanza con la quale si recò nuovamente all’ospedale San Paolo e dopo poche ore venne sottoposto ad intervento chirurgico di urgenza per appendicite. Fu necessario un drenaggio in quanto furono tolti quasi due litri di pus formatosi nel suo stomaco». De Crescenzo ha deciso di raccontare i problemi del suo giocatore, «da cittadino e non da allenatore di Luongo: mi chiedo come sia stato possibile mandare a casa il ragazzo e poi operarlo a distanza di poche ore», alla luce di un secondo intervento a cui è stato sottoposto il giovane giocatore. «Dopo una settimana di completo riposo sempre in albergo e due visite di controllo al San Paolo Stefano, accompagnato dal padre, si trasferisce a Chiavari, dove abita la famiglia. Questo è accaduto il 21 dicembre. I dolori persistono e ad un controllo con la tac risulta una emorragia interna di vaste proporzioni». Ed ecco il secondo intervento. «Portato in ospedale di Lavagna, Luongo è nuovamente operato il 30 dicembre per pulire l’addome e aspirare il sangue oltre due litri che gli rivengono messi nelle vene», spiega l’allenatore, uno dei personaggi più rappresentativi nella storia della pallanuoto italiana, per i suoi successi da giocatore con la Canottieri e da tecnico con il Posillipo. «Adesso Stefano è debilitato, ma è stata scongiurata ogni possibile complicazione».
Fonte: Il Mattino
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