“ll gol è il fulcro per raccontare storie, è un romanzo della passione e sono contento che in questo libro sia emerso anche il lato letterario della passione stessa.” Parole di Giampaolo Materazzo, autore del libro “101 gol che hanno fatto grande il Napoli”, con prefazione di Dario Sarnataro, all’atto della presentazione nella piccola sala di lettura della “Feltrinelli Express” all’interno della Stazione Centrale di Napoli. Un parterre piccolo ma davvero prezioso per il “battesimo” di questo volumetto coronato dalla prestigiosa presenza di Mimmo Carratelli e dalla visita del Baronetto di Posillipo, alias Gianni Improta, fugace, ma comunque ricca di contenuti.
Esordisce Dario Sarnataro nel presentare l’opera: “È un libro gradevole, scritto da un amico e soprattutto da un amante del Napoli come lo siamo tutti noi e racconta la storia del Napoli con le epoche e le emozioni attraverso i gol nei quali ci si può identificare. E l’identificazione è un punto di partenza”.
Poche, scarne parole da parte dell’autore Giampaolo Materazzo: “Ho scritto questo libro perché seguo il Napoli da ragazzino e l’ho fatto da tifoso, non da addetto ai lavori. Ho sfruttato un assist di un amico comune, Raffaele Mozzillo, e ho speso un annetto per la stesura dell’opera sfruttando i ricordi miei ma anche di fari della conoscenza sportiva come Giuseppe Pacileo, Romolo Acampora e Gianni Improta.”
Gianni Improta: “Il mio gol più veloce? Più che altro i miei gol li costruivo. Sono molto felice di ricordare tutte queste marcature e di aver contribuito a scrivere la storia del Napoli. Il mio gol a Genova contro la Samp, nel 1971-72 qui non menzionato, fruttò la vittoria al Napoli e l’Ing. Ferlaino si ringalluzzì e non volle cedere più la società a Roberto Fiore che si arrabbiò un po’. Come dimenticare poi il 3-0 contro la Fiorentina, all’esordio di Antognoni, con una doppietta e un tiro-cross deviato in rete dal difensore viola Merlo…” Un pensiero va anche ai tifosi: “Ci tengo a sottolineare il valore del popolo napoletano; senza il tifoso il calciatore non è nessuno, per questa ragione e per quello che danno ammiro ed apprezzo i tifosi.”
Chi si diverte a snocciolare una lunga serie di memorie è Mimmo Carratelli: “Quanti sono i gol del Napoli? Tremila forse, 101 è una bella selezione. Per la verità ne ricordo pochissimi per come si sono svolti. Ma ricordo con particolare piacere quelli contro la Juve. Ad esempio quello di Bertucco al 90′, il 4-3 del 1958, in una partita che non finiva mai, col pubblico assiepato a bordo campo, segnò anche Parola che alla fine accanto al palo pianse. Il primo gol di Vinicio, un brasiliano-tedesco, un guerriero senza preziosità, allo stadio del Vomero contro il Torino dopo soli 30 secondi. A Udine Maradona, dopo aver segnato con la mano disse a Zico che lo aveva rimproverato: «Sono Diego Armando Maradona, professione disonesto». Per un gol contro l’Inter Pesaola si vantava di averne segnato 1000, il perché? Quella marcatura faceva parte della sigla della Domenica Sportiva mandata in onda almeno un migliaio di volte… E ricordo Gianfranco Zola, delizioso e forte allo stesso tempo che rimaneva al centro Paradiso, oggi purtroppo ridotto a una discarica, oltre l’orario di allenamento, si metteva in porta facendo tirare a Maradona le sue punizioni per poterle studiare da ogni angolatura! Ma che gusto si ha a tifare Juve? Tifare Napoli è la vera vita con le sue illusioni, i suoi dolori e i suoi sogni. Chi è più creativo dei tifosi del Napoli che, in 30.000 nella famosa gara all’Olimpico contro la Lazio hanno creato spontaneamente l’inno «Oi vita oi vita mia»? Tifare Napoli è il romanzo della vita.”
Dalla nostra inviata alla “Feltrinelli” Maria Villani
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