NAPOLI – L’ultimo re macedone è un uomo del popolo, e al 2400 di Blagoj Jankov Muceto, la piazza principale di Strumica intitolata alla memoria di un figlio partigiano nominato eroe nazionale, ha anche aperto un caffè, il Cafe Bar 19, come il numero della sua maglia azzurra, che ogni giorno e ogni notte diventa il centro di quel mondo: è di Goran Pandev, del resto, il fuoriclasse e il genio. La leggenda vivente di una Nazione intera che sorride timido e saluta tutti come quando non era un stella. E che, da un po’, senza spot e propagande, accoglie e insegna calcio a centinaia di aspiranti giocatori dell’Est.
L’ALTRO NATALE – E allora, la storia della vigilia. L’anticamera di un Cagliari-Napoli che chiuderà l’anno del pallone e la prima parentesi del Rafa I. Pandev, finora tra i protagonisti della cavalcata, dopo la partita farà i bagagli e tornerà in Macedonia, a Strumica, la casa e la tana, la pace e la gioia, e mentre in mezzo mondo saranno cene e brindisi al Natale, lui continuerà i preparativi: è ortodosso, e per la sua famiglia la festa è in calendario il 7 gennaio. Dopo Napoli-Samp. Sfumature. Centrale, invece, è il racconto. Che merita la copertina del sipario sul 2013, un anno che Goran vuole chiudere con una vittoria e magari con la gioia di un gol. Un graffio per migliorare il record di reti in campionato con la maglia azzurra (6). Qui Cagliari, a voi Strumica.
L’ACCADEMIA – Oggi al Cafe 19, gestito da papà Hristo, oltre alla musica di Arnaudov, musicista macedone amato da Pandev come le melodie di Bregovic e i film di Kusturica, trasmetteranno la partita del Napoli. E a ogni giocata la sua stella brillerà. Sua, nel senso che è dedicata proprio a lui: a pochi passi dal caffè, nella medesima piazza, in suo onore è stata realizzata una Stella con tanto di date intarsiate per ricordare che il ragazzo di una Strumica fiera e orgogliosa ha conquistato la Champions e un’altra sfilza di trofei. Non è un’esagerazione: Pandev è un mito in Macedonia. È un vanto, un modello, e ogni ragazzino lo guarda come un eroe: ecco perché ha deciso di fondare l’Accademia Goran Pandev. Culla dei talenti dell’Est.
MECENATE – Maestro di calcio? No, un mecenate del pallone. Uno che non dimentica le origini e che prova ad aiutare i giovani sognatori macedoni e di tutta l’area balcanica. E al diavolo il business: le spese sono tutte a suo carico. Delizioso genio sregolato da stadio, generoso fuoriclasse della vita: per il momento ha organizzato una struttura con l’area sportiva e i campi, un dormitorio, un refettorio e una scuola per i ragazzi che vengono da lontano, ma ora, grazie anche all’aiuto della federazione, sta mettendo su una cittadella sportiva molto più estesa, con tanto di tribune, hotel e un museo del calcio. La gestione è affidata a sua cognata, Venera, mentre insieme con il suo manager, Leonardo Corsi, studia una partnership con un top club d’Europa. Che, magari, potrebbe essere il Napoli. Il Pandev dei giovani che nessuno conosce.
ADDIO NAZIONALE – A proposito di Napoli: in settimana, al centro sportivo di Castelvolturno, è arrivato in prova un giocatore dell’Accademia di Goran, un ragazzo del ’97, e di certo non finirà così. Anche perché sono già una quindicina i prodotti del suo vivaio convocati dalle selezioni giovanili macedoni. Pandev, invece, per ora ha detto addio alla Nazionale. Alla squadra di cui è leader, capitano e recordman in fatto di gol e presenze: nessuna polemica, soltanto l’idea di lasciare spazio ai più giovani.
AMATA NAPOLI- Di lasciare l’azzurro, invece, neanche la minima intenzione: ama la città, la gente, la passione. E vuole vincere. Le ricche offerte, a dirla tutta, non mancano mai (dal Monaco alla Russia, passando per la Liga e Dubai), ma lui è felice. E lo sono anche Nadica detta Nadia, sua moglie, e i piccoli Filippo, milanese di nascita, e Ana, napoletana doc nata due anni fa. Proprio a ridosso di Natale. Festa doppia: tutti invitati al Cafe 19.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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