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Antonio Romano, il “Gerrard napoletano” classe ’96 con Benitez nel destino…

Nella vita ci sono spesso indizi, segnali, storie che s’intrecciano in un destino che sembra poi in realtà non perdere mai il suo filo logico. Mercoledì sera De Laurentiis su Twitter commentava con entusiasmo i gol di Higuain e Insigne in Italia-Argentina 1-2. “Napoli vince”, era il pensiero del presidente del club azzurro. Il suo Napoli in realtà nella stessa sera usciva sconfitto dal “Manuzzi” per 1-0 contro il Cesena ma mancavano sedici nazionali. C’è un altro pezzo di Napoli che però ha vinto al “Manuzzi”: è lo “scugnizzo” Antonio Romano, centrocampista classe ’96, in campo per ottantacinque minuti a Cesena. Davanti alla difesa al fianco di Donadel, soprattutto nel primo tempo ha impressionato Rafa Benitez che lo chiamava “ragazzo” e gli faceva i complimenti dalla panchina. Ma chi è Antonio Romano? Uno dei tanti “giovanotti” innamorati del pallone, cresciuti nella provincia di Napoli, esattamente a Caravita, frazione di Cercola. La scuola calcio che l’ha formato è l’Europa Massese fino all’estate del 2008, quando approda a Napoli all’età di 12 anni. A scovarlo la rete di scouting locale guidata da Giuseppe Santoro, ex responsabile del settore giovanile del Napoli, ora all’Inter al fianco di Mazzarri. Romano partecipa a vari raduni, quello decisivo si tiene a Sant’Antimo. Antonio conquista la maglia azzurra, realizzando un sogno coltivato sin dai suoi primi calci.

Romano agiva da trequartista, amava far gol, usare la sua tecnica per dare imprevedibilità alla manovra negli ultimi venti metri piuttosto che sacrificarsi per proteggere la squadra. Nei suoi primi due anni al Napoli nelle categorie regionali Romano continua a giocare in questo modo, l’allenatore Gennaro Sorano lo schiera a sinistra nella trequarti offensiva del suo 4-2-3-1. Lo stesso modulo di Benitez, il primo indizio del destino che lo porterà ad essere apprezzato una notte d’Agosto proprio dall’allenatore spagnolo.

La svolta tattica per Romano arriva nei Giovanissimi Nazionali di Nicola Liguori che lo arretra sulla mediana nel suo 4-3-3 in una stagione in cui gli azzurrini sfiorano lo scudetto di categoria, fermandosi solo in finale contro la Fiorentina. In quella squadra Romano era soprannominato “Gerrard” dall’allenatore Liguori e dai suoi compagni. L’accostamento allo storico capitano dei Reds, faro del Liverpool di Benitez, era pensato in virtù delle sue caratteristiche. Romano ha, infatti, il profillo del centrocampista completo capace sia di contrastare gli avversari davanti alla fase difensiva che d’inserirsi senza palla negli ultimi venti metri nei tempi giusti.

Nella finale contro la Fiorentina Romano non brillò a causa di alcuni problemi fisici che lo tormentarono fino ai primi mesi del 2012, quando gradualmente il giovane centrocampista del Napoli ritrovò la migliore condizione. Romano tornò in campo al trofeo “Renato Curi” vinto dagli Allievi Nazionali del Napoli, guidati sempre da Liguori, in cui giocava sotto età, con la finale vinta per 3-1 contro il Paok Salonicco. Il “Curi” non fu l’unico torneo in cui Romano si mise in mostra con gli Allievi Nazionali che giunsero in finale alla prestigiosa competizione di Arco di Trento. Gli azzurrini si fermarono in finale contro l’Inter, Romano non partecipò a quella gara a causa della convocazione in Under 16 per l’amichevole Italia-Scozia. Le prestazioni con gli Allievi Nazionali convinsero Dodo Sormani a lanciarlo negli ultimi mesi della stagione anche nella Primavera da lui guidata; un test impegnativo per Romano che si trovò ad affrontare ragazzi classe ’92 e ’93, in particolare al torneo di Ostuni dove il Napoli perse in finale ai rigori contro il Lecce.

Il percorso sotto età è continuato anche nella scorsa stagione, nella Primavera di Saurini dove, però, non è riuscito a trovare molto spazio, collezionando solo cinquecento minuti, e giocando poi anche alcune partite con gli Allievi Nazionali.

Romano nel frattempo continuava a mettersi in luce agli occhi degli addetti ai lavori, conquistando alcune convocazioni in Under 17, anche quella al raduno prima dell’ultima selezione per gli Europei di categoria.

Dalle parti di Castelvolturno è poi arrivato Rafa Benitez, il teorico del 4-2-3-1, il maestro di Gerrard, la storia del Liverpool ma anche il campione a cui era accostato Romano, che nella notte del “Manuzzi” ha incantato un allenatore da sempre attento ai giovani talenti. Romano l’ha convinto per personalità, sicurezza e padronanza nel suo ruolo, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate a Sky Sport nel post-partita di Cesena-Napoli: “Romano? Sappiamo che ha un gran potenziale, deve lavorare molto, così come gli altri, ma continuando così arriveranno in serie A“. Parole importanti, iniezioni di fiducia che provengono da Rafa Benitez, il maestro di quel Gerrard considerato un mito ai tempi dei Giovanissimi.

Dal mito alla realtà, è il percorso di Antonio Romano, con Benitez nel destino…

 

Fonte: Ciro Troise per gianlucadimarzio.com

La Redazione

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