Venerdì ci potrebbe essere un napoletano campione d’Europa; è Gennaro Tutino, esterno classe ’96 della Primavera del Napoli, in finale con l’Italia di Zoratto all’Europeo Under 17 in corso in Slovacchia. La Nazionale ha già raggiunto un risultato storico poiché il traguardo massimo raggiunto finora è il terzo posto nel 2005. Sul cammino compiuto in Nazionale e sulle sue esperienze con la maglia del Napoli, abbiamo intervistato in esclusiva Gennaro Tutino:
Sei l’unico rappresentante del Napoli nella Nazionale che per la prima volta ha raggiunto la finale di un Europeo Under 17. Che sensazioni provi?
“E’ una grandissima soddisfazione essere entrati nella storia di un paese poi calcisticamente importante come l’Italia. Mister Zoratto dice spesso, però, che a quest’appuntamento non ci sono arrivati solo i 18 che compongono questo gruppo ma tutti coloro che anche nelle fasi precedenti hanno contribuito ai risultati ottenuti. Penso ai miei due compagni di squadra Palmiero e Romano che sono stati in questo gruppo fino alla partenza per la Slovacchia dopo l’amichevole con gli Allievi Nazionali della Fiorentina; dedico questa finale a loro”
In Nazionale stai giocando in un ruolo diverso rispetto alla Primavera del Napoli. Il 4-4-2 di Zoratto ti richiede molto più sacrificio rispetto al 4-3-3 di Saurini. Cosa ti sta insegnando il lavoro tattico che stai svolgendo in Nazionale?
“Nel 4-4-2 di Zoratto devo contribuire molto di più alla fase difensiva aiutando l’esterno destro o sinistro basso nella copertura degli spazi, il lavoro compiuto in Nazionale in tal senso mi sta aiutando molto. Mi rendo conto che quest’esperienza sta arricchendo molto il mio profilo calcistico”
Sia in Nazionale che nel Napoli alterni la fascia di competenza, destra o sinistra. Quale posizione ti è più congeniale?
“Non ho problemi, posso giocare su entrambe le corsie, a sinistra riesco a giocare meglio con il pallone tra i piedi, quindi ad essere più incisivo nella fase conclusiva dell’azione, a destra, però, mi trovo meglio ad attaccare la profondità, nei movimenti senza palla. Non c’è una motivazione precisa, dipende probabilmente dalla prospettiva da cui vedo il campo”
Venerdi Italia-Russia alle 18. Come state preparando questa finale dopo aver affrontato la formazione russa già nel girone eliminatorio?
“E’ sicuramente un vantaggio averli già incontrati, ci permette di arrivare a questa partita più preparati. La Russia è un’ottima squadra ma noi non siamo da meno e daremo tutto per cercare di vincere l’Europeo.
Ci sono stati dei momenti particolarmente importanti nel cammino di questo gruppo verso la finale dell’Europeo?
“Si, mi ricordo due anni fa, a Settembre del 2011, la prima partita dell’Under 16 di Zoratto contro la Svizzera. Fu un disastro, perdemmo 6-2, ma da quel momento abbiamo cominciato a lavorare con un gruppo sempre più amalgamato e abbiamo costruito un percorso di crescita che ci ha portato alla finale. Un altro episodio importante è la vittoria del Torneo Quattro Nazioni in Germania lo scorso anno, battendo formazioni di grande livello proprio come i padroni di casa della Germania e l’Olanda. Quel trionfo ci ha dato tanto in termini di convinzione nei nostri mezzi”
Se dovessi fare l’osservatore per il Napoli, quale giocatore ti ha impressionato più di tutti a quest’Europeo?
“Senza dubbio Halilovic, il numero 10 della Croazia. Non lo scopro, però, certamente io poichè ha già debuttato, pur essendo un classe ’96, con la Dinamo Zagabria in Champions League. A mio avviso il trequartista croato ha qualità superiori alla media, è una spanna davanti a tutti in quest’Europeo”
Nel calcio bisogna sempre avere fame di nuove soddisfazioni, ma sicuramente arrivare a disputare la finale di un Europeo Under 17 rappresenta una gioia da non sottovalutare. Rivedendo il tuo percorso, chi ti senti di ringraziare particolarmente?
“Penso sempre che non ho fatto ancora nulla perché comunque si tratta di una finale di un Europeo giovanile. Anche se sono ancora molto giovane, ho alle mie spalle un percorso in cui ho incontrato molte persone che mi hanno aiutato: Zoratto e Vanoli meritano una menzione a parte per l’aiuto che mi hanno dato in Nazionale ed i tanti insegamenti riguardo alla fase difensiva. Tracciando il mio cammino, invece mi sento di ringraziare Gennaro Di Razza e Sandro Nedi che mi hanno formato alla Juve Domizia, Gennaro Sorano, il mio primo allenatore, e Nicola Liguori, importante guida tecnica, Giuseppe Santoro che mi ha portato nel Napoli. Nelle fasi più recenti, meritano un ringraziamento particolare Dodo Sormani che mi ha fatto fare il salto dagli Allievi Nazionali alla Primavera a soli 15 anni e Giampaolo Saurini per i consigli che mi ha dato e che mi hanno fatto crescere molto dal punto di vista umano”
La stagione con la Primavera del Napoli è finita da poche settimane. Qual è la tua valutazione su quest’annata?
“Ci siamo tolti grandi soddisfazioni dominando il girone d’andata e arrivando in finale di Coppa Italia, ma non abbiamo concluso nulla visto che non siamo riusciti a portare a casa dei risultati. Mi rendo conto che è un peccato per i ’94, che vivevano la loro ultima stagione a livello giovanile. A livello personale è stata un’annata importante perché ho giocato contro ragazzi che hanno due o tre anni in più rispetto a me. Se dovessi rimanere in Primavera, spero di ripetere quanto fatto cercando di vincere qualcosa”
Hai detto “Se dovessi rimanere…”. Perché vorresti andare in prestito altrove?
“Nel calcio non si sa mai, comunque adesso penso solo alla finale dell’Europeo e ad andare in vacanza, poi quando tornerò a Napoli, parlerò con il mio procuratore, che poi ne discuterà con la società e vedremo cosa fare”
L’anno prossimo avrete probabilmente un altro impegno da affrontare, la Champions League Primavera. Cosa provi quando pensi ai palcoscenici importanti in cui dovrete confrontarvi? Che sensazioni hai in merito?
“Sarà sicuramente una grande esperienza, ci permetterà di conoscere altre realtà, di confrontarci con altri modi di fare calcio. Con la Nazionale ho già avuto modo di viaggiare e scoprire il livello calcistico di altri paesi e posso assicurare ai miei compagni, che magari hanno avuto meno possibilità in tal senso, che si tratta di sensazioni stupende”
A cura di Ciro Troise
Si ringrazia l’addetto stampa della Nazionale Paolo Arsillo
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