Poco fortunato ultimamente il calendario azzurro: Mazzarri si ritrova quasi sempre squadre con il coltello fra i denti perché costrette a fare punti. Così il Chievo di Corini, che per l’occasione pensa ad una difesa a cinque.
Il Chievo viene da un punto in cinque gare ed ha bisogno disperato di punti, visto che la classifica si è rifatta allarmante. Giocherà in casa e ci si può attendere che darà il massimo – come, tra l’altro, da tradizione contro il Napoli – mentre i partenopei devono guardarsi dalla risalita del Milan, che punta dichiaratamente al secondo posto. E che, a ben guardare, dall’inizio della sua scalata fino a ieri sera ha potuto giovare di diverse sviste arbitrali, senza che ci siano state, tra l’altro, particolari osservazioni in merito da parte dei media, mentre diverse sono state le lamentele dei penalizzati di turno.
Ma al di qua delle questioni di contorno, il team azzurro deve prima di tutto guardare fra le proprie mura: quattro punti in quattro gare (tutti pareggi) hanno restituito terreno alle inseguitrici e soprattutto la qualità del gioco ha subìto un nuovo calo dopo i brillanti successi di gennaio. Qualcosa non gira nella manovra, il centrocampo fa fatica e di conseguenza arrivano pochissimi palloni giocabili alle punte, da cui l’ormai noto digiuno prolungato di Cavani. In particolare, resta un problema di difficile soluzione la forte tendenza di tutto l’undici – e di Inler in particolare – all’imprecisione nei passaggi. Anche il movimento senza palla spesso scarseggia e, insomma, quello che salta di più agli occhi è una carenza nella manovra corale. Il 4-3-1-2, a tratti, ha dato l’impressione di dare un po’ di respiro al centrocampo, ma Mazzarri non sembra convinto che un cambio di modulo possa davvero rappresentare una soluzione generale, laddove spesso è la condizione atletica a giocare un ruolo cruciale.
Quindi è probabile che sia ancora il 3-4-1-2 lo schema prescelto, con Rolando al centro del trio difensivo al posto di capitan Cannavaro e Gamberini a rilevare un Britos ancora convalescente. Il resto sarebbe il solito undici, con la solita staffetta Pandev-Insigne che, al solito, vede il macedone favorito sul napoletano, per diverse questioni tecniche. Dal canto suo Corini, come già menzionato, opterà per una formazione quasi speculare ma più compatta e protetta, per le caratteristiche degli esterni Frey e Dramé, che si affiancheranno al trio difensivo in fase di non possesso. Davanti il duo collaudato Paloschi-Therau.
Queste le probabili formazioni:
A dire il vero, proprio questa gara offre diversi spunti che suggerirebbero una variazione di modulo verso il 4-3-1-2: Rolando è difensore più abituato alla difesa a quattro, e la scarsa incisività delle ali in proiezione offensiva renderebbe forse più produttivo un loro impiego sulla linea arretrata. Allo stesso tempo, il centrocampo gioverebbe del suddetto vantaggio numerico e Hamsik potrebbe spaziare con più libertà, mentre Inler agisce con più serenità ed efficacia con due uomini al suo fianco. Non è detto che Mazzarri non adotti questa soluzione a partita in corso, qualora il Chievo si dimostri arroccato e prudente. Ma sarebbe forse meglio non attendere troppo e azzardare subito, perché i rischi di impantanarsi nella ragnatela clivense non sono pochi. Ma comunque è il caso di ripetersi: al di là del modulo, ciò che conta è la condizione atletica, la quantità di corsa e l’approccio agonistico, perché il Napoli mazzarriano ha sempre fatto del dinamismo la sua arma migliore, e quando manca emergono lacune tecniche che prevalgono sugli altri aspetti.
A cura di Lorenzo Licciardi
