“Vargas non è un caso, il giocatore va gestito in una certa maniera, non può essere l’esito di una partita a fargli cambiare idea. Insigne è un grande talento, ma so che molti di questi calciatori si perdono se non rimangono umili, però, il suo carattere energico mi fa stare sereno. Ritornando su Vargas, dico che gli è mancato il minutaggio, troppo poco per giudicarlo, però, doveva ambientarsi con il nostro calcio, in questo sport bisogna divertirsi e in questo momento noi abbiamo fiducia in lui, niente fretta”, così ha parlato il ds Bigon ai microfoni di Sky prima di Napoli-Bordeaux. Parole che vanno nella direzione di ostinarsi su Vargas, di non arrendersi all’idea che il “Pallone d’argento” del Sudamerica non esploda con la maglia azzurra.
Conferenza stampa pre-Cina di Walter Mazzarri che invece si esprime così:“Vargas? Per me ha fatto una buona gara contro il Bordeaux. Anche nelle altre amichevoli non ha sfigurato. E’ stato un po’ sfortunato a non centrare il gol. E’ stato utile, però, alla squadra, perché ha corso ed ha dato il suo apporto anche in fase difensiva. E’ migliorato tanto rispetto a Gennaio, ma bisogna fare le dovute considerazioni del caso. Se una squadra deve competere ad altissimi livelli, è giusto che si facciano valutazioni ben precise sulla posizione di questo tipo di calciatore”. Anche la risposta al mito sulla sua difficoltà a lanciare i giovani è chiara ed esprime spunti interessanti: “Dipende tutto dagli obiettivi e dal tipo di giovani che si ha a disposizione. Se si torna indietro nel tempo e si va a vedere le annate con Samp e Reggina, si capisce che non sono un allenatore che non punta sui giovani, anzi. Insigne mi deve dare la certezza che giochi meglio degli altri attaccanti. Se dimostra di essere più incisivo di Pandev o di Cavani, per me gioca Lorenzo. Le gerarchie sono dettate dal campo”.
Su Vargas è evidente che da Mazzarri e Bigon, rappresentante della linea societaria, emergono due visioni contrapposte, soluzioni diverse allo stesso problema: mi ostino e lo faccio crescere o lo mando in prestito affidando a qualcun altro il lavoro di continuare a lavorare sul suo inserimento nel calcio italiano?
Che ci sia un confronto tra posizioni diverse è utile in qualsiasi gruppo di lavoro, ma sicuramente che ci sia un’evidente diversità di pensiero tra Mazzarri e la società fa riflettere. L’allenatore del Napoli è in scadenza di contratto e si sta concedendo maggiore libertà nelle dichiarazioni; Mazzarri non è mai stato un “tattico aziendalista” ma anche a Dimaro ha dimostrato che ci sono meno filtri tra ciò che pensa e ciò che sostiene pubblicamente.
Bigon è l’”equilibrista” di un compromesso complicato tra due linee di pensiero: Mazzarri vuole abbassare il livello del rischio, tenendo il proprio gruppo storico, quello dei “titolarissimi” con qualche rinforzo in grado di migliorare l’undici di base, De Laurentiis pensa ad un nuovo progetto di giovani che ricalchi i successi dei vari Hamsik, Gargano e Lavezzi. Vargas era il primo tassello di questa strategia, acquistato a Gennaio per sostituire il “Pocho” a cui era stata promessa la cessione da De Laurentiis in barca la scorsa estate. E non è un caso che a far esplodere le contraddizioni sia proprio il cileno, che rappresenta un investimento di 11 milioni di euro all’anno più un contratto quadriennale con un ingaggio da 1 milione di euro all’anno.
La gestione del cileno finora non è stata esaltante; dopo sei mesi in cui è stato utilizzato col contagocce, Mazzarri gli ha preparato l’abito della prima punta “modello Pato”, una posizione completamente diversa rispetto a quella in cui si è messo in mostra all’Universidad de Chile dove giocava da esterno offensivo. Vargas ama partire dal lato e tagliare verso il centro, nella partita contro il Bordeaux ha dimostrato una grande crescita nella comprensione dei movimenti offensivi, mai così armonici finora.
Le parole dell’allenatore gli mettono costantemente pressione come se fossimo in una corsa contro il tempo fino al 31 Agosto; entro quella data Vargas deve “rovesciare i tavoli”, ribaltare le gerarchie come ha fatto Lorenzo Insigne, capace di ipnotizzare Walter Mazzarri. “L’Europa League è la giusta vetrina per far crescere i giovani”, diceva a Dimaro, “le gerarchie le detta il campo, se mi da più garanzie di Pandev e Cavani gioca lui”. Svolta totale, merito di Lorenzo che ha sfoderato una personalità cresciuta sotto la guida di un “maestro di calcio” come Zeman. E’ una questione di scelte, non di obiettivi; se il Milan lancia De Sciglio ed El Shaarawy, se la Roma insiste su Borini, accrescendo così il suo valore di mercato per poi venderlo al Liverpool per 13,3 milioni di euro, se l’Inter punta su Coutinho, trattiene Longo, perché il Napoli non potrebbe lanciare i giovani? “Dipende dalla classe, dallo spessore”, ha risposto l’allenatore del Napoli in conferenza stampa. La domanda a Mazzarri, quindi, è una: Vargas ha lo spessore tecnico ed umano per meritare la sua fiducia? Se non fosse così, dopo la Supercoppa è giusto mandarlo in prestito. C’è la fila di squadre pronte a rinforzare il proprio organico con un giocatore di grande classe come Vargas: Torino, Chievo Verona, Catania, Pescara. Il club granata è in pole sia per l’adattabilità delle caratteristiche del cileno al gioco di Ventura che per la questione Santana; l’argentino non ha convinto Ventura riguardo alle sue condizioni fisiche, il prestito di Vargas potrebbe rientrare anche in un discorso diplomatico di conservazione dei buoni rapporti. Resta il problema dell’ingaggio alto per un giocatore da rispedire al mittente la prossima estate, ma si potrebbe trovare un accordo sulla partecipazione del Napoli alla spesa.
Bigon ha contattato sia l’agente Vigorelli che la Lazio per Floccari; sondaggi per verificare se l’affare può andare in porto o meno. Molto più difficile arrivare a Pazzini, che percepisce un ingaggio di 2,5 milioni di euro e potrebbe finire alla Juventus nello scambio con Quagliarella, e Rolando Bianchi, che sta discutendo il rinnovo del contratto con il Torino e comunque sembra non voler cambiare aria.
Si deciderà l’ultima settimana di mercato, nel frattempo Vargas, a partire da stasera, può “rovesciare i tavoli”, magari chiedendo un consiglio a Lorenzo Insigne. Non basta giocare bene, bisogna impressionare, mettere in difficoltà Mazzarri. “Le gerarchie le detta il campo”, quindi tutto è ancora aperto.
A cura di Ciro Troise
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