Come è ormai evidente da anni, in Italia il mondo del calcio ha le casse vuote e quando si chiude un grosso colpo di mercato è spesso in uscita.
È di queste ore la notizia che il Paris Saint Germain è vicinissimo all’acquisto dal Milan di Thiago Silva. Un altro campione potrebbe lasciare il nostro campionato, attratto dai milioni dei nuovi padroni del calcio, gli sceicchi neofiti e spendaccioni ma sempre meno inesperti. Sulle sponde della Senna inizia a prendere forma un progetto tecnico di grande valore. Affidata la guida tecnica ad un allenatore di primissimo livello come Ancelotti e quella dirigenziale a Leonardo, il PSG sta adeguando il livello tecnico della rosa agli ambiziosi progetti dei qatarini. Il mercato di rafforzamento dell’anno scorso – incentrato sull’acquisto ad effetto di Javier Pastore – ha iniziato a dare una struttura alla squadra parigina, quello di quest’anno pare ideato invece ad adattarsi al probabile schema tattico d Ancelotti.
Un PSG ispirato proprio al Milan vincente del tecnico di Reggiolo. Per attuare il celebre “albero di natale” tecnico e società stanno pescando, avidi, a piene mani in serie A. Dopo Sirigu, Thiago Motta, Sissoko, Menéz e Pastore i francesi sono pronti a piazzare i due colpi più importanti ancora nel nostro campionato. Oltre al già citato Thiago Silva, Leonardo ha identificato in Ezequiel Lavezzi il calciatore che, con Menez e Pastore, dovrà ispirare l’unica punta Gameiro (sempre che la proprietà non decida di regalare al proprio allenatore anche un’importante punta centrale).
Si aspetta solo l’ufficialità ma il passaggio del campione argentino è considerato da tutti cosa fatta e a Napoli, ferita dalle voci che vorrebbero Lavezzi sofferente per le troppe attenzioni ricevute dai tifosi, ci si sta già preparando a vedere lo “scugnizzo argentino” vestire un’altra maglia. Con buona pace della retorica delle bandiere nel calcio e delle presunte affinità culturali tra l’Argentina e Napoli. Il calcio è diventato un mestiere e non si può biasimare un lavoratore, benché privilegiato, di trasferirsi in un posto in cui guadagnerà più del doppio di quanto guadagna oggi.
In una fase del mercato in cui si studiano soluzioni e si pensa più a sfoltire le rose – risolvendo prestiti e comproprietà – che ad effettuare acquisti i media provano a generare interesse rilanciando mille nomi e trattative, vere o presunte, intorno alle squadre maggiori del nostro campionato. Si provano a delineare colpi e strategie di mercato affidandosi ad indiscrezioni trapelate da ambienti vicini alle società e ai calciatori o a suggestioni di giornalisti e addetti ai lavori. È quanto successo attorno alla vicenda Lavezzi.
Si accarezzano le fantasie dei tifosi con nomi che fanno sognare ma che spesso risultano inattuabili per ragioni economiche o perché non rispondono alle esigenze tattiche della squadra in questione.
Il nome caldo che da tempo viene accostato alla società di De Laurentiis è quello di Stevan Jovetic. Il montenegrino possiede un talento purissimo e, sebbene abbia caratteristiche tecniche assai differenti da Lavezzi, potrebbe inserirsi alla perfezione negli schemi di Mazzarri per classe, duttilità e intelligenza calcistica. Anche da un punto di vista economico l’affare appare fattibile. Il prezzo del cartellino è alto, bisognerebbe reinvestire quasi tutto il capitale incassato dalla cessione di Lavezzi, ma da un punto di vista anagrafico (Jovetic ha ancora 22 anni, l’argentino ne ha appena compiuti 27, nda) e d’ingaggio il suo acquisto potrebbe rivelarsi un vero affare per il Napoli.
A frenare l’impeto verso il giovane campione montenegrino, però, intervengono altre considerazioni, sempre di carattere economico. De Laurentiis ha più volte dichiarato di non cercare nessun attaccante e di non voler fare uno sgarbo al suo amico Della Valle. Dichiarazioni che nella liturgia del mercato calcistico spesso corrispondono a vani tentativi di celare trattative ben avviate e che appartengono al bagaglio culturale del presidente del Napoli, incline alla teatralità e abile attore e commerciante (poco più di un mese fa si fece volutamente sorprendere sotto gli uffici della SARAS, tutti i media rilanciarono l’imminente acquisto di Lavezzi da parte dell’Inter e De Laurentiis riuscì nel suo intento di mettere pressione alla dirigenza parigina, nda).
Analizzate meglio da un punto di vista di opportunità tecniche ed economiche, però, le sue dichiarazioni potrebbero risultare veritiere. Almeno per il momento. Il mercato del Napoli è proiettato sempre verso prospettive di crescita a medio/lungo termine e, proprio com’é accaduto per Vargas, valutazioni e progetti potrebbero cambiare in corso d’opera per cogliere una buona occasione.
Al momento il contesto è questo: alla luce del riscatto di Pandev (8 milioni il costo dell’operazione, nda) e di un suo presumibile maggiore impiego nella prossima stagione, la situazione dell’attacco napoletano appare meno fluida di quanto si creda. Se Mazzarri confermerà il 3-5-2, con Cavani punto fisso, in avanti si apre un solo posto che al momento sarebbe conteso da Vargas e lo stesso Pandev. Rimangono da sciogliere, poi, le questioni legate alla posizione di Hamsik e alla gestione di Insigne. Se con l’acquisto di un centrale di centrocampo lo slovacco sarà riportato in posizione più avanzata gli spazi per un terzo attaccante saranno sempre minori e legati al turn over o a scampoli di partita.
Sono proprio questi i dubbi che frenano Insigne e il suo entourage ad accettare il ritorno al Napoli. Reduce dalla strepitosa annata al Pescara, il folletto di Frattamaggiore accarezza il sogno di poter disputare la sua prima stagione da protagonista in serie A giocando con continuità. Restano poi da risolvere anche i dubbi di Mazzarri sull’adattabilità di Insigne al proprio schema tattico. L’interesse di molte squadre, ultima la Roma del suo maestro Zeman, complicano ancora di più le cose.
La gestione societaria del Napoli è stata da un punto di vista economica sempre molto attenta e mai incline agli sprechi. È in questa ottica che riguardo Vargas – anche alla luce degli 11 milioni investiti per il calciatore – appaiono soltanto due le ipotesi realizzabili: un utilizzo più costante nel tentativo di far esplodere definitivamente il suo talento o scegliere una soluzione che contempli il suo trasferimento ad un’altra squadra, a titolo provvisorio o definitivo ma senza registrare minusvalenze.
In questo quadro l’acquisto di un grosso nome in attacco appare legato alla cessione di Vargas o a quella , presumibilmente in prestito, di Insigne. Al momento le priorità della società in tema di mercato sono altre. L’acquisto di un forte esterno di sinistra e di uno capace di far rifiatare Maggio, di un centrocampista abile sia in fase d’interdizione che d’impostazione e un difensore di primo livello sono gli obiettivi primari di Bigon e dei suoi osservatori. Per l’attacco si rimarrà vigili in attesa di una possibile grande occasione da cogliere al volo, per far sognare i tifosi più che i giornali.
A cura di Pompilio Salerno
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