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Napoli, non è tempo di mercato, ma di campionato!

Il campionato e la finale di Coppa Italia per concentrarsi sul calcio giocato abbandonando il mercato

In questi giorni, sfogliando i quotidiani e scorrendo i siti d’informazione sportiva, si è catapultati in una dimensione estiva; anche l’improvvisa calura contribuisce a scambiare queste giornate di maggio per oziose domeniche d’agosto. Titoli e articoli si sprecano sul calcio mercato e la strategie societarie per la prossima stagione di grandi e piccoli club. Il ringiovanimento della rosa del Milan, la rincorsa della Juve al top player che faccia fare il l’alto di qualità all’ottimo collettivo di Conte. Il progetto Stramaccioni all’Inter e quello del Napoli, col caso Lavezzi pronto ad incendiare le pagine dei giornali e i cuori dei tifosi. Delusi e contrari, indifferenti e ottimisti. Tutto pronto per la più inutile delle querelle.

Fiumi di parole al vento che servono solo a inventarsi titoloni e distrarre la squadra e l’ambiente dagli ultimi due importantissimi impegni stagionali. I progetti e le strategie muteranno proprio a seconda di come finiranno il campionato e la finale di coppa Italia. La difficile rincorsa al terzo posto è stata quasi compromessa dall’infausta sconfitta di Bologna ma gl’incroci dell’ultima giornata rendono non impossibile acciuffare in extremis una qualificazione in Champions che, alla luce dei valori espressi nella stagione e della pochezza degli avversari, sarebbe comunque meritata. Tenere alta la tensione servirà poi ad affrontare al meglio la finale del 20 Maggio con una Juve affamata di vittorie e maggiormente riposata, avendo conquistato con una giornata d’anticipo un insperato quanto meritato scudetto.
Il Napoli può ancora classificarsi dal terzo al sesto posto (in caso di sconfitta col Siena e di un risultato positivo dell’Inter con la Lazio, nda), passando così dal Paradiso dei preliminari di Champions all’inferno di quelli dell‘Europa League (terzo turno, 2-9 agosto, nda).
Classificarsi quinti costringerebbe la squadra di Mazzarri di disputare i play-off di Europa League (23-30 agosto, nda); arrivare quarti e/o vincere la coppa Italia garantirebbe al Napoli la qualificazione diretta alla fase a gironi, rimandando al 20 settembre il primo impegno europeo. Un ventaglio di differenti possibilità che da sole potrebbero incidere in maniera determinante sull’esito della prossima stagione. Per tutte queste ragioni, a prescindere dalla qualificazione Champions, domenica sera è fondamentale per il Napoli vincere la partita col Siena.
L’abitudine a vincere, a competere per il vertice, è anche questo: non lasciarsi distrarre da voci create ad arte e non lasciarsi andare al senso di appagamento che una buona stagione (in cui si è ben figurato ma non si è ancora vinto nulla) può dare. In un sistema calcistico in cui a primeggiare, da sempre o quasi, sono le stesse tre squadre a realtà emergenti come il Napoli è fatto obbligo di mantenere alta la concentrazione e di conservare quella voglia di vittoria che dovrebbe essere scontata per una squadra che non vince nulla da ormai troppi anni.
Rimandare al 21 maggio tutte le discussioni sul mercato, l'(in)evitabile divisione in fazioni pro e contro Lavezzi, i sogni e le speranze intorno ai mille nomi, veri o presunti, che saranno accostati al Napoli è un atto di rispetto dovuto per primo ai tifosi che in maniera impagabile continuano a sostenere la squadra, sia che si vinca o che si perda. I tifosi, da parte loro, hanno la possibilità di dimostrare che l’ambiente è maturato ed è pronto a vincere. La reazione dei napoletani, partecipata ma composta, alle voci che vorrebbero Lavezzi all’Inter nella prossima stagione lasciano ben sperare. La piazza, pur facendo sentire alla società la propria voglia di vincere, crede nel progetto De Laurentis e ha capito che le sorti della squadra di un’intera città valgono infinitamente di più delle scelte di un singolo giocatore, fosse pure quello che per anni si è amato sopra ogni altro, effimera illusione di rivivere un altro amore, inarrivabile, interrotto vent’anni fa.
Se la squadra saprà mettere in campo la stessa voglia di vincere che hanno i propri tifosi, al Napoli non potrà che aspettare un futuro di successi e alla città la possibilità di avviare quel riscatto verso la meschina ignoranza che ogni settimana – nell’indifferenza generale – offende l’immagine di una popolazione che, pur nelle proprie contraddizioni, rimane una delle realtà più vitali ed ammirevoli di questo povero Paese.
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